Tunisia 4×4 – Esploriamo il grande sud

Tunisia 4×4 – Esploriamo il grande sud

25 Ottobre – 4 Novembre 2024

Altro entusiasmante viaggio nel Sahara Tunisino

Il richiamo del deserto risuona sempre più forte quando la vita moderna si fa sempre più stretta e opprimente.

Vi accompagno in questo viaggio avventura in 4×4, per catturare e godersi a pieno la profusione di colori e luci che trasforma il paese e i suoi paesaggi.

Puoi venire con il tuo mezzo 4×4 o come passeggero dei veicoli dell’organizzazione.

ESPLORIAMO IL GRANDE SUD

Vivremo l’avventura del viaggio in fuoristrada, dai villaggi berberi alle dune del Grande Erg Orientale.

Casa Troglodita a Matmata ph. Francesco Ciccotti

Casa Troglodita a Matmata – ph. Francesco Ciccotti

Gli spazi infiniti, l’aria frizzantina, la magia della luce, i paesaggi desertici, la cultura berbera e l’avventura off-road…accompagneranno il nostro viaggio.

Attraverseremo le regioni sahariane dove è sopravvissuta una vecchissima tradizione tunisina: l’habitat trogloditico, per poi raggiugere il deserto e viverlo come lo si sogna; con un’esperienza di pienezza ed immensità, di silenzio e di mitezza.

Faremo un viaggio con i ritmi dettati dai tempi fotografici.

Non bisogna necessariamente essere fotografi o aspiranti tali o avere una particolare attrezzatura.

Conta il piacere di vivere e assaporare, con il giusto tempo, paesaggi, persone e culture nelle migliori condizioni di luce.

È sufficiente anche uno smartphone per riuscire a portare a casa egregi ricordi fotografici dell’avventura vissuta.

All’arrivo in Tunisia, partiremo subito in direzione Sud, dove il deserto appare in tutta la sua rudezza, implacabile. Una vasta pianura pietrosa si apre su dei grandiosi paesaggi di montagne e di altipiani desertici, di dirupi e di picchi rocciosi. Ed è in questo scenario dantesco che sorgono le stupefacenti architetture degli Ksour, granai collettivi fortificati dei nomadi sahariani.

Trascorreremo una giornata a contatto con le vecchie tradizioni berbere attendendo che il tramonto infiammi le mura dei Ksour.

Raggiungeremo poi l’Oasi di Ksar Ghilane, punto di partenza dell’avventura sulle dune. Attraversando una tra le zone più affascinati del deserto tunisino, faremo il pieno di dune scolpite dal vento talvolta dolcemente ondulate, talvolta sollevate in onde impetuose, che all’alba si colorano di giallo e di rosa – spettacolo raro che premia le notti al bivacco.

Punteremo poi verso Tembaine e il Parc du Jebil, fino ad arrivare alla tipica cittadina di Douz dove saluteremo il deserto.

Tappa successiva, Kairouan, dove ci inoltreremo nella medina percorrendo le stradine costeggiate da facciate bianche e da porte celeste chiaro, fra le esposizioni dei piccoli venditori dei souks.

Ultima tappa Monastir, dove trascorreremo le ultime ore prima di prendere il volo di ritorno in Italia.

Avvertiremo un’atmosfera fuori dal tempo.

Per chi viaggia in nave, si risalirà verso Tunisi per tornare a casa.

L’insieme creato degli splendidi panorami, dalle notti sotto il cielo stellato, dall’affascinante natura e dalla storia di questi luoghi renderà questa avventura indimenticabile.

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Donne tunisine – ph. Francesco Ciccotti

Programma giorno per giorno

Giorno 1: Partenza dall'Italia per Tunisi
Per chi viene in nave – Partenza dall’Italia traghetto da Civitavecchia per Tunisi alle ore 19:00.
Giorno 2: Tunisi
Per chi viene in nave – Arrivo a Tunisi la sera.
Giorno 3: Tunisi - Monastir
Per chi viene in aereo: Arrivo a Monastir.

Per chi viene in nave: Trasferimento Tunisi – Monastir

Incontro di tutto il gruppo in aeroporto e trasferimento in Hotel. Passeremo la sera a Monastir con la visita alla Medina per chi vuole, poi cena in un ristorante della Marina di Monastir.

Pranzo libero, Cena a ristorante e Pernottamento in hotel a 4 stelle.

Giorno 4: Monastir - Tataouine
Sveglia presto e ci dirigiamo a Sud verso Tataouine passando per uno degli Ksar più veri e autentici, Ksar Hallouf, nel cuore di un paesaggio arido e montagnoso, di altipiani e ripide vette, dove sorgono le sorprendenti architetture dei Ksour. Situati nel mezzo del nulla, simili a grandi alveari di color roccia, questi ‘’castelli del deserto’’ (‘’Ksour’’), erano un tempo punti di raduno dei semi-nomadi della regione, nei quali venivano stoccati i raccolti, al sicuro da saccheggiatori, in alveoli sovrapposti chiamati “ghorfas”. Visiteremo poi Chenini, antico villaggio berbero e Douiret con il suo imperdibile Museo.

Pranzo lungo il percorso. Cena e pernottamento in una casa troglodita.

Giorno 5 Tataouine - Ksar Ghilane
Dopo colazione partiremo alla volta di Ksar Ghilane, frontiera fra il deserto di sabbia e il deserto di pietra. Da qui comincia la nostra avventura sulle dune non senza aver provato l’ebrezza di un bagno sotto le palme in una “piscina” naturale di tiepida acqua. Il paesaggio sempre diverso cela anche delle sorprese: pozzi insabbiati, montagne sovrastanti le dune, conche che nascondono dei cespugli e degli arbusti.

Primo bivacco in campo tendato tra le dune.

Giorno 6 - 7 - 8 e 9: Ksar Ghilane - Douz passando per le affascinanti dune del Grand Erg Orientale
Una full immersion di sabbia attraversando una tra le zone più affascinati del deserto tunisino fino a raggiungere il lago di Ain Ouadette, dove potremo fare un bagno ristoratore nell’acqua calda. Campi sotto le stelle tra le dune. Punteremo poi verso Tembaine e il Parc du Jebil con arrivo nel pomeriggio a Douz denominata anche “la Porta del Deserto”.

Pomeriggio libero per una passeggiata in piazzetta e tra i negozietti.

Bivacchi nel deserto

Giorno 9 – Cena e pernottamento in campeggio.

Giorno 10: Douz - Kairouan
Sveglia presto e partenza alla volta di Kairouan, affascinante città ancorata ad un passato lontano. Città santa dell’islam, Patrimonio mondiale dell’Unesco, possiede tante meraviglie: dalla medina, alla venerabile Grande moschea, dai Bacini aghlabidi, all’incantevole mausoleo di Sidi Saheb decorato con ceramica, dal pozzo Barrouta ai numerosi laboratori dove si fabbricano i tappeti annodati più famosi della Tunisia.

Pranzo in uno dei ristoranti tipici. Cena e pernottamento in hotel.

Giorno 11: Kairouan - Monastir
Partenza alla volta di Monastir, città che avremo già avuto modo di visitare all’inizio del nostro percorso, ma tappa necessaria per prepararci alla partenza per chi viaggia in aereo l’indomani mattina presto, per il ritorno in Italia.

Pranzo in uno dei ristoranti tipici. Cena e pernottamento in hotel

Giorno 12: Monastir - Tunisi
Per chi viaggia in aereo: Volo ritorno Monastir – Roma

Per chi viaggia in nave: dopo la colazione, si ripartirà alla volta di Tunisi per poi prendere la nave della sera per il rientro in Italia con arrivo a Civitavecchia il giorno successivo.

NB: l’orario di imbarco e di arrivo vi verrà comunicato prima della partenza.

Pranzo libero in uno dei ristoranti tipici. 

Bivacco nel deserto_DSC2175 - Ph. Francesco Ciccotti

Bivacco nel deserto – Ph. Francesco Ciccotti

Vista la tipologia dell’itinerario, programmato in zone “difficili”, potranno esserci anche significativi cambi di programma/percorso derivanti da eventi atmosferici, problemi di sicurezza, revoche di permessi.

In questi casi metterermo in atto i cambi di percorso necessari in accordo con le autorità locali, concordando con loro l’eventuale nuovo itinerario, privilegiando sempre la sicurezza dei Partecipanti.

PREZZI

  • Pilota auto propria € 1.700,00
  • Passeggero auto propria € 1.600,00
  • Passeggero veicolo organizzazione € 1.900,00
  • Supplemento singola € 400,00

VOLO AEREO e VIAGGIO IN NAVE: da quotare al momento della prenotazione

LA QUOTA COMPRENDE
valida per un minimo di 10 partecipanti

  • Tutte le strutture turistico ricettive previste nel programma in camera doppia, con trattamento in mezza pensione, bevande escluse;
  • Transfer da e per aeroporto fino al punto di noleggio auto;
  • Cene a bivacco bevande escluse;
  • Tutte le colazioni;
  • Permessi per il deserto;
  • Utilizzo completamente gratuito del telefono satellitare in caso di emergenza;
  • Presenza veicolo assistenza con guide locali;

Nota: i servizi erogati sono calcolati per un minimo di 10 Partecipanti. Se il viaggio verrà confermato con meno partecipanti l’organizzazione si riserva di eliminare qualche servizio che verrà comunicato mezzo mail agli iscritti senza snaturare lo spirito del viaggio.

LA QUOTA NON COMPRENDE
Tutto quanto non espressamente indicato nei precedenti paragrafi ed in particolare:

  • Volo e Nave, quotati a parte;
  • Tutti i pranzi e le bevande;
  • Carburante e pedaggi autostradali solo per chi viaggia in auto propria.
Timbaine Sahara - Ph. Francesco Ciccotti

Timbaine Sahara – Ph. Francesco Ciccotti

Safari in Kenya – incontro con i “BIG FIVE”

Safari in Kenya – incontro con i “BIG FIVE”

25/12/2024 – 02/01/2025

Un viaggio Alle Falde del Kilimanjaro che vi farà conoscere e scoprire appieno le meraviglie che il Kenya può offrirvi.

La varietà del panorama lascia senza parole…

La maestosità della savana, le alte vette delle montagne e la giungla lussureggiante…intorno tutto è meraviglia

Safari nello Tsavo Est Kenya

Safari nello Tsavo Est Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Elefante in Namibia - ph. Francesco Ciccotti

Elefante – ph. Francesco Ciccotti

Potrai immergerti fin da subito nelle riserve e nei parchi nazionali Amboseli, Tsavo est e Tsavo Ovest, per partecipare a safari emozionanti, guidati da esperti locali che conoscono ogni angolo del territorio e

accompagnati anche da me, che come fotografo professionista,

vi farò apprezzare le bellezze del territorio e del suo popolo nelle migliori condizioni di luce.

Ghepardo in Kenya - ph. Francesco Ciccotti

Amboseli Park Ghepard – ph. Francesco Ciccotti

Sarà possibile osservare da vicino i “Big Five” nel loro ambiente naturale

e assistere agli spettacoli più esclusivi della natura.

Dalla migrazione di milioni di gnu, che attraversano il fiume in cerca di pascoli migliori, fino alla siccità e alla vegetazione rada tipica delle savane africane.
Ti immergerai in totale sicurezza nella natura più selvaggia e ammirerai la bellezza dei paesaggi più singolari.

Gnu che si contendono il branco

Gnu che si contendono il branco – ph Francesco Ciccotti

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Leonessa in assetto da caccia – ph. Francesco Ciccott

Il Kenya è anche ricco di tradizioni millenarie e abitato da tribù ospitali come i Maasai, che vivono in armonia con la terra. Potrai anche visitare i villaggi Maasai e scoprire le tradizioni di questo popolo incredibile.

Un incontro che ti lascerà il segno.

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Mercato della Frutta Malindi Kenya

Mercato della Frutta Malindi Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Programma giorno per giorno

Giorno 1

Partenza da Roma

Giorno 2

Arrivo all’aeroporto internazionale di Nairobi, pick up da parte dei nostri autisti e trasferimento presso l’Hotel.

Prima colazione inclusa.

Giorno 3

Partenza al mattino da Nairobi e trasferimento al verso il Parco Nazionale dell’Amboseli. Arrivo per pranzo al Lodge. Safari fotografico nel pomeriggio all’interno del Parco Nazionale dell’Amboseli fino
al tramonto.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 4

Colazione, safari fotografico mattutino e rientro a pranzo al lodge. Possibilità, su richiesta, di una visita guidata in un villaggio Masai che si trova ai piedi del Kilimanjaro. Safari fotografico pomeridiano.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 5

Dopo colazione, safari fotografico mattutino en-route e attraversando la meravigliosa Shetani Valley, una valle di circa 8 km completamente ricoperta di lava, ci dirigeremo verso il Parco Nazionale dello Tsavo Ovest. Arrivo per pranzo al Lodge. Safari fotografico pomeridiano fino al tramonto e visita alle “Mzima Spring”. Rientro al tramonto al lodge.

Pranzo libero, Cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 6

Colazione, safari fotografico mattutino en-route fino all’uscita del Parco e trasferimento alla volta del Taita Hills Wildlife Sanctuary, una riserva privata al confine con lo Tsavo ovest.
Arrivo per pranzo al lodge. Safari fotografico pomeridiano all’interno della Riserva Privata.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 7

Sveglia di buon mattino e partenza per il Parco Nazionale dello Tsavo Est, che insieme allo Tsavo Ovest e’ uno dei Parchi Nazionali più grandi d’Africa e per questo con due ecosistemi completamente diversi. Questo, vi darà la possibilità di ammirare paesaggi che variano da piste di terra rossa, colline, e distese di pura savana. Arrivo per pranzo al lodge.
Safari fotografico pomeridiano fino al tramonto.

Pranzo incluso, Cena e pernottamento in lodge.

Giorno 8

Dopo colazione game drive all’interno del Parco Nazionale dello Tsavo Est. Uscita dal
parco, e trasferimento alla volta dell’aeroporto di Nairobi per il volo di rientro.

Giorno 9

Arrivo a Roma

Vista la tipologia dell’itinerario programmato potranno esserci anche cambi di programma/percorso derivanti da eventi atmosferici o revoche di permessi.

PREZZI

  • Quota individuale di partecipazione in camera doppia: a partire da €2150,00
  • Supplemento singola: € 600,00
  • Ingresso ai parchi per persona: € 400,00

VOLO AEREO: da quotare al momento della prenotazione.

LA QUOTA COMPRENDE

valida per un minimo di 10 partecipanti

  • Trasferimenti come da programma.
  • Cinque giorni e Quattro notti di safari in auto Toyota Land Cruiser
    4×4 ad uso esclusivo.
  • Guida/Driver professionista locale certificata KPSGA parlante inglese e accompagnamento durante tutto il safari.
  • Aaccompagnatore fotografo per consigli e suggerimenti.
  • FLYING Doctor’s ( Servizio Ambulanza aerea AMREF)
  • Pensione completa nei Lodge, bevande escluse.
  • Acqua minerale durante i safari ed i trasferimenti.
LA QUOTA NON COMPRENDE

Tutto quanto non espressamente indicato ne “La quota comprende” ed in particolare:

  • Volo internazionale dall’Italia (se i biglietti sono presi in anticipo.
    incidono media c/a 700,00 € pp)
  • ETA per il Kenya (da fare on-line)
  • Assicurazione personale e polizza annullamento viaggio.
  • Lavanderia.
  • Supplemento singola e supplementi festivita’ Natale e Capodanno.
  • Bevande ai Lodge e durante l’extra lunch.
  • Mance nei lodges e campi e al driver.
Danza africana…cosa rappresenta?

Danza africana…cosa rappresenta?

L’Africa ha circa 1000 lingue diverse e probabilmente altrettanti stili di danza.

Gli stili di danza variano enormemente e così anche le definizioni di danza.

Ad esempio, tra gli Ibo, Akan, Efik, Azande e Kamba, la danza coinvolge musica vocale e strumentale, inclusa il tamburo; tra gli Zulu, Matabele, Shi, Ngoni, Turkana e Wanyaturu i tamburi non vengono usati, e talvolta chi li usa è disprezzato; mentre le tribù Namibiane Herero, Himba, Boshimani e Damara sono tra quelle che usano soltanto musica vocale e il battito delle mani.

Negli Stati Uniti e in altri paesi non africani, anche le concezioni della danza variano. Tuttavia, credo che sia possibile sviluppare una definizione generale: la danza è composta da sequenze intenzionalmente, ritmiche e culturalmente modellate di movimenti e gesti del corpo non verbali che non sono attività motorie ordinarie, il movimento ha un valore intrinseco.

E in Africa, la danza ha un significato molto maggiore che nella maggior parte dei paesi occidentali.

È un comportamento fisico.

Il corpo umano come strumento di danza rilascia energia attraverso le risposte muscolari agli stimoli.

È un comportamento artistico.

Ogni gruppo ha la propria estetica.

Damara che danzano - Ph. Francesco Ciccotti

Damara che danzano – Ph. Francesco Ciccotti

La danza è quindi significativa in termini di indulgenza sensoriale dell’esecutore o dello spettatore mentre risponde in un intervallo che va dall’insoddisfazione all’euforia e con l’aspettativa che in un particolare stile di danza i vari elementi – spazio, ritmo, dinamica – saranno riconoscibili.

Fino a poco tempo fa la danza africana raramente era un’arte fine a se stessa, ma era piuttosto utilitaristica:

“arte” per il bene della vita.

La danza africana è un comportamento culturale, determinato da valori, atteggiamenti e credenze di un popolo.

Danza cerimoniale di caccia dei Boshimani

Danza cerimoniale di caccia dei Boshimani – Ph Francesco Ciccotti

La danza africana si riferisce principalmente agli stili di danza dell’Africa sub-sahariana, molti dei quali si basano su ritmi tradizionali e tradizioni musicali della regione.

Gli stili di danza africana moderna sono profondamente radicati nella cultura e nella tradizione.

Molte tribù hanno un ruolo esclusivamente allo scopo di trasmettere le tradizioni della tribù; danze tramandate nel corso dei secoli, spesso immutate, con poco o nessuno spazio per l’improvvisazione.

Canti e danze facilitano l’insegnamento e la promozione dei valori sociali, la celebrazione di eventi speciali e le principali tappe della vita, l’esecuzione di storie orali e altre recitazioni ed esperienze spirituali.

La danza africana utilizza i concetti di poliritmo e di articolazione totale del corpo. Le danze africane sono un’attività collettiva eseguita in grandi gruppi, con una significativa interazione tra ballerini e spettatori nella maggior parte degli stili.

Donne + Bimbi Himba - ph. Francesco Ciccotti

 Donne Himba che danzano – ph. Francesco Ciccotti

Ogni tribù ha sviluppato il proprio stile di danza unico, suddividendolo in tre categorie in base allo scopo.

La prima è la danza religiosa, che secondo molte tribù favorisce la pace, la salute e la prosperità. Le danze religiose spesso coinvolgevano ballerini mascherati, che si esibivano sia come spiriti che come coloro che li placavano. La religione e la spiritualità hanno permeato ogni aspetto della vita africana tradizionale e continuano a influenzare la danza africana anche oggi.

La seconda è la danza griotica, ed era un tipo di danza che raccontava una storia. Prende il nome da griot, che è  un narratore tradizionale nell’Africa occidentale. Alcune danze griotiche venivano ballate solo dal griot della tribù; oggi le compagnie eseguono le stesse danze che un tempo erano esclusive del griot.

Il terzo tipo è la danza cerimoniale. Queste danze vengono eseguite in occasione di cerimonie come matrimoni, anniversari e riti di passaggio.

Tuttavia, molte danze non avevano un solo scopo.

Piuttosto, spesso c’era uno scopo primario, che si fondeva con molti scopi secondari.

La danza era molto importante per il mantenimento dello status di sovrano nella società tribale. Il colonialismo e la globalizzazione hanno portato allo sradicamento di alcuni stili di danza africana. Altri stili sono stati mescolati insieme o mescolati con stili di danza al di fuori dell’Africa.

In passato, la danza africana ha mandato in estasi alcuni poeti e artisti occidentali che ne restavano ammirati, mentre ha mandato molti missionari cristiani e altri colonialisti in uno stato di orrore.

“La forma estetica per eccellenza” per i primi, “l’espressione della turpitudine morale” per i secondi.

Donna Herero che danza - Ph. Francesco Ciccotti

Donna Herero che danza – Ph. Francesco Ciccotti

I primi osservatori europei del comportamento africano non consideravano la danza africana come una danza, perché non era il balletto classico o la danza popolare a ritmo di passi dei loro paesi d’origine. Percezioni e valutazioni sono ora più equilibrate.

Io nei miei viaggi resto sempre affascinato dalla Cultura e dalle Tradizioni Africane, e con l’occhio fotografico provo a documentare, registrare e testimoniare questa cultura antica che fa parte del nostro DNA, augurandomi così di evitare che se ne perda definitivamente traccia.

Danze Africane – reel di Francesco Ciccotti

ALLA RICERCA DI UN MONDO…non del tutto PERDUTO…

ALLA RICERCA DI UN MONDO…non del tutto PERDUTO…

Incontrare persone, cercare un contatto sincero…

sentire, toccare, vedere, comunicare nel senso di entrare in comunione è quello che desideriamo di più quando ci relazioniamo con gli altri e quindi anche quando viaggiamo, ma che allo stesso tempo, ci spaventa o ci è reso difficile, per vari motivi.

Qualsiasi sia il Paese che andiamo a visitare, l’argomento della conversazione o del contesto di relazione in cui ci troviamo, cerchiamo – che ne siamo consapevoli o meno – il “contatto umano”… in qualsiasi forma, in qualsiasi modo, purché sia un vero contatto un sentire veramente e profondamente l’altro.

La nostra instancabile curiosità di viaggiatori ci dà il permesso di entrare nella sfera d’influenza dell’altro.

Aprirci, diventare per scelta un pò più vulnerabili, un pò più morbidi anche con noi stessi, ci rende fratelli, più simili.

Ci fa sentire di appartenere, ci fa sentire un pò meno soli e meno isolati…

Appartenere tutti allo stesso mondo, che ha abitudini e costumi diversi, ma che ci rende sempre molto simili per le principali esigenze e bisogni terreni.

Incontrare persone dalle sembianze così diverse, è sempre una grande sfida rivolta alle nostre abitudini e ai nostri condizionamenti, paure e pregiudizi…

e nonostante la nostra enorme curiosità verso “l’altro”, siamo comunque, troppo spesso pronti a boicottare i sentimenti che proviamo, razionalizzando motivazioni e giustificazioni che non fanno altro che fare il gioco del nostro incontenibile: “ego”.

Cercare il contatto, però, è e rimarrà sempre un bisogno umano, un desiderio verso il manifestare l’amore puro, l’amicizia e la fratellanza; un qualcosa di pulito, di onesto, di vero.

Aprirsi…e lasciar entrare la brezza della vita, è nutrimento…perché non si vive di solo cibo.

Attraverso la “comunione” nutriamo il nostro essere e quello delle persone incontrate.

Se guardiamo alla vita in generale, osserveremo che in natura ogni sistema è “permeabile” – un sistema “aperto – ed allora, sopravvive, matura e costantemente evolve. Un sistema biologico in evoluzione è sempre intelligente, che significa adattabile, aperto alla comunicazione, di qualsiasi forma si tratti, adatto agli scambi…alla crescita.

Quando viaggiamo, oltre ad esplorare luoghi, paesaggi, natura, arte, bellezza in generale…

ciò che ci colpisce con profondità, sono le “relazioni umane”

Humans - ph. Francesco Ciccotti

Humans – ph. Francesco Ciccotti

…in questo mondo sempre più superficiale, da toccata e fuga, dove non ci diamo il tempo neppure di sentire un profumo, di percepire un suono, una musica, di gustare coscientemente un sapore, di vivere pienamente e di godere pienamente della sensualità di uno sguardo, la profondità di una parola, oppure, la delicata e allo stesso tempo intensa sensazione di una stretta di mano sono un contatto che la dice lunga su chi abbiamo di fronte.

Viviamo nell’era del “consumismo sensoriale” usa e getta…tutto deve essere consumato in fretta, per poi passare ad altro…questo ci viene insegnato viaggiando sui social, navigando da una pubblicazione all’altra, da una pagina web all’altra…da un’App all’altra…

ma fermiamoci un attimo, prendiamoci una pausa, facciamo un grosso respiro

…non usiamo male il tempo che abbiamo a disposizione e quello che ci rimane…non procediamo per modelli imitativi senza valutare se sono giusti o errati…guardiamo il mondo intorno a noi “in diretta” e non attraverso un monitor…allarghiamo lo spazio di conoscenza “diretta” e possiamo sperimentare un altro livello di realtà, più vasto e libero.

Ritroviamo i nostri ritmi interiori dove il sapore dell’essere è più dolce del sapore dell’apparire.

Le mie esperienze di viaggiatore, mi permettono di entrare in contatto con le persone e con la loro essenza…la mia anima da fotografo, mi permette di farli diventare spesso soggetti dei miei scatti.

In questo modo riesco a pieno a vivere la comunione con l’altro e al contempo, portarmi a casa la testimonianza di ciò che abbiamo condiviso.

Perché agli umani piace guardare i tramonti?

Perché agli umani piace guardare i tramonti?

L’esperienza estetica di guardare un bel tramonto colpisce molti centri del piacere nel nostro cervello.

Sorvolando sulle spiegazioni troppo scientifiche, possiamo dire, in modo abbastanza certo, che siamo naturalmente predisposti nel sentirci al sicuro nel dolce bagliore di un fuoco. Il fuoco è stato una parte cruciale nell’evoluzione dell’Homo Sapiens. Si pensa che i nostri antenati abbiano usato il fuoco per circa 75.000 anni prima dell’arrivo dell’Homo Sapiens e da allora siamo stati in questa stato per altri 50.000.

La luce del sole all’alba e al tramonto cospargono il mondo di un dolce bagliore arancione

e penso che la lunghezza d’onda della luce potrebbe essere il motivo principale del nostro piacere ad osservarla, per le ragioni sopra descritte.

Perché agli umani piace guardare i tramonti

Barca a vela al tramonto con gabbiano – ph. Francesco Ciccotti

Albe e tramonti. Sempre diversi, spaziano da meravigliosi a magici e sbalorditivi. I colori, le nuvole, la serenità, la meraviglia…La visione dei paesaggi colorati di luce Arancione, offrono un modo semplice per combinare la meditazione con l’apprezzamento della bellezza naturale…esperienze che per me sono spesso mistiche e trascendentali.

Rispetto al colore rosso, l’arancione è uno dei più comuni in natura.

Non sono solo i tramonti e le albe a contenere questo colore. Il colore marrone è in genere solo una tonalità più scura di arancione, e appare in natura quasi sempre.

L’arancio è disponibile in una vasta gamma di tonalità, dal marrone scuro degli alberi all’arancio brillante di una zucca. Trasmette una sensazione di calore e non è così potente come il rosso. Ma l’arancione non è neanche un colore passivo; attira un pò di attenzione, specialmente se collocato su uno sfondo più freddo. Per me. comunque, il colore arancio, sembra sempre che contenga un pò di avventura…tanto è che l’ho scelto come sfondo delle pagine del mio blog.

Perché agli umani piace guardare i tramonti

Tramonto con gabbiano davanti al sole – ph. Francesco Ciccotti

Colori caldi e freddi

I due tipi di colore con cui abbiamo a che fare in Fotografia, sono i colori caldi e i colori freddi. I colori caldi includono rosso, arancione e giallo, mentre i colori freddi includono verde, blu e viola. Le due categorie di colore hanno il loro umore e aiuta a chiedersi quali stai fotografando in un determinato momento se desideri ottimizzare l’aspetto delle tue foto.

Perché agli umani piace guardare i tramonti

 Alba nel Kalahari Namibia – ph. Francesco Ciccotti

I colori caldi sono più attivi e carichi emotivamente.

Saltano fuori attirando l’attenzione e l’interesse dello spettatore. In generale, i colori caldi sono più rari dei colori freddi, quindi un’immagine che ha anche una piccola spruzzata di calore può risaltare più facilmente. Questo è uno dei motivi per cui le foto al tramonto e all’alba, così come i colori dell’autunno, sono così tanto popolari.

I colori freddi, d’altra parte, sono più tenui e delicati.

Svaniscono sullo sfondo, particolarmente se un colore caldo appare nello stesso punto. In generale, non attirano lo stesso grado di attenzione di un colore caldo, anche se certamente non è necessariamente una brutta cosa.

I colori caldi possono essere travolgenti; i colori freddi hanno più probabilità di apparire rilassanti e calmi. Gran parte della natura è fatta di colori freddi, anche se il tramonto e l’alba possono rendere dorato anche un paesaggio blu.

Perché agli umani piace guardare i tramonti

Alba dorata al largo dell’isola di Ponza – ph. Francesco Ciccotti

La personalità secondo il colore Arancione

Le persone che prediligono l’Arancione manifestano una chiara vitalità ed energia: la preferenza per questo colore quindi, rende tali persone capaci di imprese fuori dal comune; imprese, comunque, sempre serene e ponderate.

Chi ama l’Arancione è anche una persona tendenzialmente ottimista e consapevole delle proprie capacità.

Ripone, infatti, in se stesso, senza presunzione alcuna, una smisurata fiducia. Ama con gioia e trasporto e generalmente si trova in perfetta armonia con tutto ciò che la circonda.

Chi rifiuta l’Arancione tende a controllare costantemente la propria emotività.

Sovente trova difficoltà nel rapportarsi con il prossimo e, ove ci fosse un problema, è portato ad ingigantirlo credendo così di non essere in grado di risolverlo.

Chi rifugge dal color Arancione di solito non pondera le decisioni e agisce d’impulso. Questo modo di affrontare le situazioni, che in un primo momento può sembrare efficace per raggiungere grandi obiettivi, viene bloccato dalla tendenza al pessimismo insito a chi non ama questo colore. Trova molta difficoltà inoltre sia nella sfera sessuale che sentimentale. Non si abbandona mai del tutto con fiducia, delegando alla ragione qualsiasi tipo di mossa.

Per chi vuole saperne di più

L’arancione e il significato dei colori

Nell’ambito del significato dei colori l’arancione, spesso chiamato anche con il termine “arancio”, in genere viene associato alla vitalità, all’energia ed al sole. Infatti è un colore caldo, considerato intermedio tra il rosso ed il giallo, tant’è che nella teoria dei colori è un colore secondario ottenuto dall’unione dei due colori primari, il rosso ed il giallo ed è abbinato al secondo centro energetico Chakra.

L’Arancione, simboleggia la comprensione, la saggezza, l’equilibrio e l’ambizione

Nella cristalloterapia, medicina alternativa, pare che l’arancione venga utilizzato per curare la depressione perché ritenuto utile a rendere le persone più ottimiste, spontanee ed estroverse.

Nella Pittura, è sempre stato difficile riprodurre delle belle sfumature d’arancione come quelle che si trovano in natura perché spesso risultano essere troppo artificiali. Inizialmente per ottenere questo colore si usava lo zafferano. Successivamente invece, verso la fine del Medioevo si cominciò ad ottenerlo, dopo la sua scoperta, da un’essenza esotica proveniente dalle Indie e da Ceylon chiamata “brasile”, nome che ha contribuito insieme al legno brasilium, dal quale invece si ricavava il colore rosa, a dare il nome alla nazione del Brasile. 

Gli Antichi Romani utilizzavano l’arancione per il tessuto degli abiti nuziali, come simbolo di unione dei sentimenti nel matrimonio. Nel Medioevo, non si otteneva l’arancione mescolando il giallo ed il rosso, probabilmente a causa del tabù biblico, contenuto nel Deuteronomio e nel Levitico, che condannava i miscugli perché considerati impuri. Per lo stesso motivo non si usavano per una stessa stoffa lana e lino, quindi materiale animale e vegetale, né due colori per farne un terzo.

In Occidente il termine “arancio” ( e “arancione”) è comparso solo nel XIV secolo, dopo l’importazione dei primi alberi d’arancio, che producono le arance dal colore appunto arancio. Prima della scoperta delle arance questo colore veniva definito con il termine “rosso”. Ciò in parte è rimasto in alcune espressioni del linguaggio comune come per esempio “gatti rossi”, “capelli rossi” e “pesci rossi” anche se questi in realtà sono di colore arancione.

Perché agli umani piace guardare i tramonti

Musico Marocchino al Tramonto su Meknes – ph. Francesco Ciccotti

L’arancione viene associato al calore, alla gioia, al vigore, alla salute del corpo.

E’ il simbolo della fantasia, dell’armonia interiore, dell’accoglienza, del tepore, dell’entusiasmo, del divertimento e dell’incoraggiamento. Agisce sulla nostra vitalità e su tutto quello che concerne l’assorbimento di ciò che si mangia. Il colore Arancione, inoltre, libera da sintomi depressivi aumentando la capacità di reagire alle avversità della vita in modo repentino ed efficace. Simbolo per eccellenza di fertilità, il colore Arancione stimola la circolazione del sangue. Inoltre, dà vitalità agli organi sessuali, sia maschili che femminili, favorendo la fecondità.

Un tempo nella simbologia cristiana rappresentava il peccato di gola. Nell’induismo ancora oggi simboleggia la rinuncia ai beni materiali e dell’ascetismo. Nella Cabala ebraica significa splendore. In alcune religioni come nel Buddismo simboleggia la rinuncia ai piaceri principeschi e per questo è indossato dai monaci buddisti.

In Cina è associato al cambiamento, al movimento e alla felicità. In Giappone simboleggia l’amore. In India è associato all’ottimismo, all’istinto combattivo, alla pulsione sessuale, alla passione e al bisogno di conquista. Nell’araldica indica soprattutto forza, onore e generosità.

Inoltre l’arancione è associato ad alcuni colori nazionali come nel caso dei Paesi Bassi e dell’Ucraina mentre in Irlanda rappresenta i protestanti dell’Ulster. Nella segnaletica stradale è spesso usato per indicare “attenzione” ad esempio nei semafori o nei giubbotti salvavita.

L’arancione nel neuromarketing viene usato per suscitare allegria, socialità, creatività, fiducia, salute, vitalità, vantaggio, rinnovamento, dinamicità. Viene utilizzato spesso per i settori merceologici dei negozi, nelle scritte delle pubblicità, in alcuni marchi, nel packaging di vari prodotti (anche se meno di quanto si potrebbe), nei servizi soprattutto dei settori giovanili, per cibi e bevande energetiche, ma è anche utilizzato nel settore politico e bancario.

È il colore simbolo per eccellenza del risparmio.

Anche sul web, infatti spesso si trova nelle icone e nei bottoni di “conversione” o di “call to action”, oltre che nei “box offerte” e nei link alle “pagine prezzi”.

Gli scienziati hanno dimostrato che l’arancione induce calma, risveglia l’attenzione senza aggressività, stimola a parlare ed ascoltare. È consigliabile il suo utilizzo per tinteggiare le pareti degli ambienti in cui si parla e si accolgono le persone ad esempio ingressi, sale da pranzo, cucine, sale riunioni, uffici delle risorse umane. È invece sconsigliabile per luoghi come gli open space degli uffici in quanto stimola le chiacchiere con conseguente disturbo alle persone che lavorano. Inoltre l’arancione, in quanto colore caldo, è usato per gli esterni dei negozi allo scopo di attirare la clientela.

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