COS’E’ UN VIAGGIO FOTOGRAFICO AVVENTURA?

COS’E’ UN VIAGGIO FOTOGRAFICO AVVENTURA?

Viaggi fotografici avventura per gli appassionati di avventura e fotografia.

Un viaggio fotografico avventura, come pure un workshop, è ideato e programmato per ogni appassionato di avventura e fotografia. Che sia alla prima esperienza o che sia un esperto, l’importante è avere passione per l’esplorazione, l’avventura e la fotografia in tutte le sue espressioni.

India kumbh mela

Fedeli indiani ad Allahabad per l’evento religioso Kumbh Mela – ph. Francesco Ciccotti

Fuoristrada sahara

Auto 4×4 sulle lunghe dune del deserto algerino – ph. Francesco Ciccotti

Fuoristrada 4×4 sulle dune dell’insidioso deserto tunisino – ph. Francesco Ciccotti

I viaggi avventura fotografici, sono studiati nei minimi particolari per sfruttare al meglio tutte le situazioni, quelle logistiche e quelle organizzative di ogni partecipante. Ogni viaggio rappresenta una cospicua varietà di opportunità fotografiche e ogni individuo è messo nella migliore condizione per migliorare la propria capacità di osservare e fotografare ciò che vede.

milk way in the sahara desert

La via lattea sorge sul bivacco notturno durante il viaggio avventura nell’Erg algerino – ph. Francesco Ciccotti

Per il raggiungimento di tale scopo, non è strettamente necessario avere una attrezzatura fotografica super professionale; non è la pentola che fa il cuoco, nè la penna fa lo scrittore.

Imparare ad osservare, ad inquadrare, ad avere padronanza della tecnica e scegliere il momento e la luce giusta, questo sì che è necessario per ottenere delle buone foto di viaggio.

 

India fiume yamuna kumbh mela

Fedeli giungono via fiume ad Allahabad durante l’evento religioso del Kumbh Mela – ph. Francesco Ciccotti

Per questo, intraprendere un viaggio fotografico di gruppo, anche per chi non conosce le basi della fotografia, ma porta con se uno smartphone di ultima generazione, una compatta digitale o una macchina bridge, può godere di molti stimoli creati dalle scelte del capogruppo, dai fotografi che partecipano e soprattutto dai ritmi lenti e mirati che questo tipo di tour prevede.

Tanzanya baloon

Mongolfiere all’alba sul Parco del Serengheti in Tanzania – ph. Francesco Ciccotti

Ho sempre odiato quei viaggi di gruppo dove viene data maggiore importanza alle quantità di cose da vedere. Non serve avere un grande numero di cose viste in elenco per poter dire che il viaggio è stato ricco di way point. La ricchezza di un viaggio è soprattutto determinata dalla qualità e profondità delle esperienze che si portano a casa; se queste esperienze, poi, sono vissute in modo wild e immortalate nella migliore condizione di situazione e di luce, che un fotografo può ricercare per sè e per il gruppo, tanto meglio.

Palm Valley

Panoramica su Palm Valley al tramonto nel Red Center australiano – ph. Francesco Ciccotti

Se siete già provetti fotografi, quindi, non vi dovreste accontentare di ritrarre ciò che vi capita davanti frettolosamente ed in modo ovvio.

Dovreste fotografare ciò che è meno immediato, meno scontato e da un vostro diverso punto di vista.

A questo scopo il viaggio fotografico avventura dovrebbe prevedere una serie di spot da visitare che siano i più caratteristici possibile, meno facili da raggiungere, più suggestivi, con meno presenze di turisti in campo, difficili da evitare di avere nelle inquadrature di foto e video.

Il fotografo professionista che vi guida, infatti, si sarà documentato appropriatamente per capire quali, quanti e in quali luoghi, si potranno trovare quelle situazioni caratteristiche generatrici delle migliori fotografie che si trovano su cartoline, libri fotografici, portali e siti di fotografia.

Donna indiana

Donna indiana che prepara il pranzo nella sua abitazione – ph. Francesco Ciccotti

Cucina berbera al bivacco

Berbero nel deserto tunisino che prepara la brace per cuocere il pane – ph. Francesco Ciccotti

Cucina berbera

Berberi intenti a cucinare all’interno di una stazione di pompaggio dismessa nel deserto tunisino – ph. Francesco Ciccotti

Il fotografo professionista al vostro fianco, vi potrà comunque consigliare su come ottenere lo scatto migliore.

La partnership con il tour operator, vi solleverà da complicate programmazioni organizzative, pratiche burocratiche e contrattualistiche per l’ottenimento dei permessi e dei supporti logistici in loco. Soprattutto là dove si intraprende un viaggio fotografico avventura, generalmente effettuato in Paesi dove lingua, sistemazioni alberghiere, trasporti e forniture di cibo, sono difficili ma possibili, ci sarà molto utile il supporto dell’organizzazione. Personale esperto  provvederà alla ricerca e la messa a disposizione dei vari supporti e mezzi necessari allo svolgimento del tour previsto. Tanto più i luoghi sono selvaggi e avventurosi, tanto migliori saranno le vostre esperienze di viaggio, di avventura e di fotografie.

Giraffe Namibia

Tramonto nel Parco dell’Etosha in Namibia – ph. Francesco Ciccotti

Ghepardi

Ghepardi nel Kalahari in Namibia – ph. Francesca Scibelli

Tramonto Etosha

Tramonto nel Parco dell’Etosha in Namibia – ph. Francesco Ciccotti

TUNISIA, UN’AVVENTURA A PORTATA DI MACCHINA…

TUNISIA, UN’AVVENTURA A PORTATA DI MACCHINA…

Un viaggio in Tunisia, si può considerare come uno dei più facili viaggi avventura da realizzare

Il viaggio avventura in Tunisia, si può considerare come uno dei più facili viaggi da riuscire a realizzare, non per semplicità di percorso, ma perchè, nonostante il Paese Nord Africano sia collocato dall’altra parte del Mediterraneo, è raggiungibile in un solo giorno di viaggio con la nave e con un paio d’ore in aereo.

La magia della luce, l’aria frizzantina, gli spazi infiniti, i paesaggi desertici, la cultura berbera e l’avventura off-road…sono le componenti che offre questo straordinario Paese.

Arrivati a Tunisi, si può scegliere di percorrere vari itinerari a seconda degli interessi e del mezzo di trasporto a disposizione.

Noi in questo articolo, prenderemo in considerazione l’utilizzo del fuoristrada 4×4, perchè ci consente di raggiungere il sud della Tunisia, passando sia da ovest, che da est.

Da Ovest, attraverso le Oasi di montagna, scendendo dalla antica pista Rommel, attraversando il lago salato ormai asciutto Chott El Jerid.

Vista del Chot el Jerid dall’inizio della pista Rommel, ancora praticabile dopo circa 80 anni dalla realizzazione – ph. Francesco Ciccotti

Da est, dove si può prevedere una prima sosta ad Hammamet, centro turistico più antico del paese con la sua Medina dal fascino senza tempo in cui primeggia l’imponente Forte ispano-turco.

Io personalmente, preferisco questo secondo percorso, perchè consente di raggiungere in minor tempo, il sud del Paese, dove potrà iniziare il vero reportage fotografico di un viaggio avventura tra cultura Berbera e raid nel deserto Sahariano.

Per questo tipo di esperienza, non bisogna necessariamente essere fotografi o aspiranti tali.

Conta il piacere di vivere e assaporare, con il giusto tempo, i luoghi, gli eventi e le culture nelle migliori condizioni di luce. Per questo è sufficiente anche uno smartphone, per riuscire a portare a casa egregi ricordi fotografici dell’avventura vissuta.

Poiché abbiamo scelto di scendere verso sud, passando ad est della Tunisia, dopo la prima notte in Hotel ad Hammamet, attraversiamo le regioni sahariane su strade asfaltate fino a Tataouine, passando per Matmata dove è sopravvissuta una vecchissima tradizione tunisina. Qui si  possono visitare gli l’habitat trogloditici, tra i più sorprendenti siti della Tunisia, dove il suolo è squarciato da innumerevoli crateri scavati nella roccia tenera. Questi sono in realtà i cortili interni di abitazioni troglodite: gli abitanti vivono in delle camere sotterranee, al riparo dal forte calore.

Costruzione troglodita

Esterno di costruzione troglodita a Matmata – ph. Francesco Ciccotti

Matmata

Interno di costruzione troglodita a Matmata – ph. Francesco Ciccotti

Tataouine e Chenini, nel cuore di un paesaggio arido e montagnoso, di altipiani e ripide vette, vi sorgono le sorprendenti architetture dei Ksour. Situati nel mezzo del nulla, simili a grandi alveari di color roccia, questi ‘’castelli del deserto’’ (‘’Ksour’’), erano un tempo punti di raduno dei semi-nomadi della regione, nei quali venivano stoccati i raccolti, al sicuro da saccheggiatori, in alveoli sovrapposti chiamati “ghorfas”.

A Chinini, si può approfittare per vivere l’esperienza di trascorrere la notte in una di queste case troglodite.

Il giorno seguente, poi, si può raggiungere il deserto e viverlo come lo si sogna; con un’esperienza di pienezza ed immensità, di silenzio e di mitezza mista a momenti di pura adrenalina cavalcando una duna dopo l’altra con il fuoristrada.

L’avventura sulle dune può partire dall’Oasi di Ksar Ghilane eattraversando una tra le zone più affascinati del deserto tunisino. Si giunge al laghetto di Ain Ouadette, dove si può anche fare un bagno ristoratore nell’acqua calda. Questo, come la pozza di Ksar Ghilane, è un bacino originato dal tentativo di trivellare il suolo alla ricerca del petrolio, che però ha disatteso le aspettative delle compagnie petrolifere e ha generato quello che si potrebbe definire “Buco nell’acqua” per giunta, calda.

Facciamo il pieno di dune scolpite dal vento, talvolta dolcemente ondulate, talvolta sollevate in onde impetuose, che all’alba e al tramonto, si colorano di giallo, di rosa e persino di rosso-spettacolo mozzafiato che premia le notti passate al bivacco.

Fuoristrada deserto tunisino

Fuoristrada 4×4 intento a valicare le dune del deserto tunisino – ph. Francesco Ciccotti

Si può puntare poi verso Tiembaine e il  Parc du Jebil fino ad arrivare alla tipica cittadina di Douz, considerata “La Porta del Deserto”, che noi passeremo in uscita, là dove un tempo non molto lontano, si dava inizio alla famosa sfida della “PARIGI-DAKAR”…qui, dopo aver salutato il deserto, si possono fare dei giri in questa cittadina frequentata da viandanti di vario genere che hanno a che fare con il deserto stesso…carovane di mercanti che trasportano merci con i dromedari attraverso il Sahara; mercanti di bestiame, per lo più capre, pecore, polli e dromedari stessi; e i più svariati e pittoreschi automezzi off-road che vanno e vengono per le dune.

Ragazzo berbero con il suo prezioso dromedario a Ksar Ghilane – ph. Francesco Ciccotti

Se abbiamo soltanto una settimana a disposizione, più un paio di giorni di trasferimento dà e per l’Italia, si può completare il viaggio dirigendoci verso nord e facendo sosta a Kairouan. Qui ci inoltreremo nella medina percorrendo le stradine costeggiate da facciate bianche e da porte celeste chiaro, fra le esposizioni dei piccoli venditori dei souk.

Avvertiremo un’atmosfera fuori dal tempo, in questa affascinante città ancorata ad un passato lontano.

Città santa dell’islam, Patrimonio mondiale dell’Unesco, possiede tante meraviglie: dalla medina, alla venerabile Grande moschea, dai Bacini aghlabidi, all’incantevole mausoleo di Sidi Saheb decorato con ceramica, ai numerosi laboratori dove si fabbricano i tappeti annodati più famosi della Tunisia, al pozzo Bir Barrouta, un pozzo considerato quasi un edificio religioso…antico quanto la città stessa, dove la sua acqua sacrai sollevata ancora oggi da un complesso e pittoresco meccanismo, azionato da una grande ruota, la noria, fatta girare in senso antiorario da un dromedario semi bendato.

Infine, se tornando a Tunisi ci rimane un pò di tempo prima di reimbarcarci per tornare a casa, si possono fare due interessanti visite…la prima, non per ordine di importanza ma solo per ordine didascalico, è alla Medina, il cuore storico della città, segnato dall’antica porta Bab el-Bahar, chiamata anche Porte de France, che determina il confine tra la città vecchia e quella nuova. Qui ci si trova immersi in un labirinto di vicoli stretti e pittoreschi, nel quale sorgono i vari suoi, i minareti, antiche inferriate, porte in stile Arabo colorate, hammam, sale da thè, botteghe, luoghi di culto   e scuole coraniche, le Mederse. 

La seconda tappa, si può fare nella zona di Sidi Bou Said, un incantevole borgo in stile Arabo Andaluso, che si erige su una collina sul mare. Con le sue stradine piene di scorci, tra case bianche con porte e finestre azzurre, è perfetta da fotografare. In uno dei tanti Caffè panoramici, poi, si può consumare l’ultimo the prima di ripartire, o ancora meglio un the ai pinoli o mandorle e gustare un bambalouni, dolce fritto tipo ciambella che viene servito caldo…che contribuirà a portarvi dietro un gustosissimo ricordo di questo meraviglioso Paese.

Fuoristrada a bordo del laghetto Ain Ouadette – ph. Francesco Ciccotti

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