Sardegna del Nord in barca a vela

Sardegna del Nord in barca a vela

Vacanza in barca a vela per vivere un’esperienza che ti cambia la vita!

Immergersi nella natura, in armonia con il mare, baciati dal sole, sotto cieli stellati…relax e divertimento sono assicurati!!

Perché agli umani piace guardare i tramonti

Barca a vela al tramonto con gabbiano – ph. Francesco Ciccotti

Vi condurrò alla scoperta degli spots più straordinari del Mediterraneo.

Arcipelago di La Maddalena

Una delle mete più ambite dagli amanti della “bellezza selvaggia”. Isole e isolotti bagnati da un mare meraviglioso e trasparente, spiaggia bianca e finissima, baie nascoste e acque incontaminate color smeraldo.

L’arcipelago offre un paesaggio suggestivo per morfologia e flora, da anni ormai Parco Nazionale, comprende oltre 60 isole, grandi e piccole, granitiche e scistose, modellate da vento e correnti.

Spiccano Budelli, Caprera, Razzoli, Santa Maria, Santo Stefano e Spargi sede di alcune delle spiagge tra le più celebri e suggestive del Mediterraneo; si ricordano in particolare la Spiaggia Rosa, la spiaggia del Cavaliere, le spiagge di Cala Coticciu, Cala Napoletana, Cala Corsara e Cala Granara.

Il paesaggio appare unico grazie alle insenature e cale che determinano una miriade di approdi naturali oltremodo articolati. Ad esse sono strettamente correlati i colori del mare che hanno reso celebre l’Arcipelago in tutto il mondo.

Una vacanza in barca a vela rende felici

Crew in navigazione – ph. Francesco Ciccotti

Si alloggia in barca godendo delle meravigliose calette con tramonti mozzafiato, facendo una vita di mare e di bordo unica.

Pernotteremo in rada ridossati nelle incontaminate cale delle isole e nelle marine quando necessario.

Scopriremo luoghi unici al mondo, tuffi in acqua cristallina, escursioni in tender, gustosi pranzi, frizzanti aperitivi e cene al chiaro di luna…. e perché no, indimenticabili bagni all’alba e al tramonto, con tante tante tante foto!

A scelta, di giorno, si possono organizzare escursioni a terra.

cabina armatoriale wabi sabi

Cabina armatoriale di Wabi-Sabi – ph. Francesco Ciccotti

Dinette wabi sabi

Dinette di Wabi-Sabi – ph. Francesco Ciccotti

Calendario partenze 2024

Per il calendario di dettaglio clicca qui

Il Programma prevede:

  • Partenza da La Maddalena il mattino successivo all’imbarco;
  • Giro delle isole dell’arcipelago;
  • Ripartenza alla volta di La Maddalena la mattina dello sbarco.

Il percorso può essere soggetto a variazioni in base alle condizioni meteo/mare.

Esperienze proposte

SETTIMANA - dalla domenica al sabato

Partenze previste ad Agosto

Prezzo a partire da euro 1100 a persona.

LA QUOTA COMPRENDE
  • Barca;
  • Skipper;
  • Fuori bordo;
  • Pulizie finali.
LA QUOTA NON COMPRENDE

La quota non include le seguenti spese che si affrontano in navigazione, e che vanno ridivise tra tutto l’equipaggio, ad esclusione dello skipper:

  • Spese portuali per ormeggi in porto, obbligatorio l’ormeggio giorno dell’imabrco;
  • Gas e gasolio;
  • Piccoli danni dovuti ad incuria;
  • Cambusa;
  • Eventuali tasse di soggiorno nei parchi.
Una vacanza in barca a vela rende felici

Crew con costume da sirena – ph. Francesco Ciccotti

HERERO – il ricordo negli abiti…

HERERO – il ricordo negli abiti…

In un momento in cui siamo di nuovo a parlare della violenza sulle donne, condivido la storia di un popolo sopravvissuto al genocidio, in cui soprattutto le donne, con il loro attuale modo di vestire,

mettono in atto costantemente la loro rivalsa e resistenza all’oblio. 

Gli Herero (insieme agli Himba) si trasferirono nell’attuale Namibia e Botswana durante la più ampia migrazione di popoli di lingua bantu dall’Africa orientale diverse centinaia di anni fa. Circa 150 anni fa, cominciarono a dividersi e il grande gruppo che oggi conosciamo come Herero si spostò verso sud; gli antenati degli attuali Himba rimasero a nord.

Donna Herero tra le donne Himba - ph.Francesco Ciccotti

Donna Herero tra le donne Himba – ph.Francesco Ciccotti

Mentre oggi gli Himba continuano a vivere la vita nomade che hanno condotto per secoli

gli Herero si stabilirono e prosperarono come allevatori di bestiame

nelle praterie centrali della Namibia. Qui entrarono in conflitto con il popolo Nama che migrava verso nord, ma poi, con l’arrivo dei coloni tedeschi, si dovettero alleare per contrastare l’invasore tedesco.

Dopo la battaglia di Waterberg nell’agosto 1904, nonostante gli Herero cercassero la pace con i coloni, i tentativi tedeschi di sterminare gli Herero continuarono in quella che gli storici hanno etichettato come una delle guerre coloniali più sanguinose.

Si stima che in tre anni la popolazione Herero sia stata ridotta da 80.000 a 15.000.

Durante la prima guerra mondiale la Germania perse la colonia. Nel 1915, infatti, il Sudafrica prese il controllo della Namibia, ma la situazione non migliorò. Gli Herero furono spinti in un’area della Namibia, governata in stile sudafricano. Oggi la popolazione Herero è stimata in 100.000, circa il 7% della popolazione totale della Namibia.

Per tutto il periodo di invasione, gli Herero subirono l’influenza dei missionari tedeschi

che si opposero a quella che consideravano l’immodestia dell’abito tradizionale Herero, o la mancanza di vestiti (era simile a quello che vediamo oggi con gli Himba).

Le donne Herero alla fine adottarono lo stile di abbigliamento che le rende così distintive oggi. Gli uomini, invece, non si distinguono per il loro modo di vestire; mi è stato detto, però, che per le occasioni speciali gli uomini Herero indossano un abito elaborato che ricorda le uniformi militari tedesche del XIX secolo.

L’abito delle donne Herero, cade fino alle caviglie.

Comprende maniche lunghe e un corpetto che si abbottona vicino al collo.

Oltre a questo, molte donne indossano anche uno scialle.

Sotto il vestito (così mi è stato detto) le donne indossano da sei a otto sottogonne per aggiungere pienezza…

sebbene questa risulta essere la versione ufficiale, ci sono almeno un altro paio di spiegazioni…

Donna Herero

Donna Herero con i figli – ph. Francesco Ciccotti

Qualcuno sostiene che questo modo di vestire fu intrapreso per cercare di disincentivare o quanto meno contenere, i tentativi di stupri che i coloni infliggevano a queste donne inermi. 

Altri, lo spiegano così: “in Africa, il cacciatore indossa la pelle dell’animale che ha ucciso, così come il soldato si impossessa dell’uniforme del nemico. E’ una prova della sua vittoria. Dopo il genocidio, l’uniforme e l’abito lungo sono diventati l’identità di questo popolo”.

Come cappello, le donne Herero indossano un copricapo dalla forma unica

che si dice assomigli (e renda omaggio) alle corna del loro bestiame.

Vita quotidiana di una donna Herero - ph. Francesco Ciccotti

Vita quotidiana di una donna Herero – ph. Francesco Ciccotti

Sebbene l’influenza dei missionari sia certamente diminuita nella moderna Namibia,

le donne Herero sono ancora viste indossare con orgoglio questo elaborato costume nelle zone rurali del paese e nel centro di Windhoek, la capitale.

Anche se ho visitato la Namibia nei mesi Ottobre-Novembre, le temperature durante il giorno hanno comunque raggiunto i 40 gradi. Nonostante l’enorme volume di stoffa che indossavano dal collo al polso fino alla caviglia, le donne Herero non sembravano mai surriscaldate.

Dai missionari gli Herero impararono anche il loro attuale stile di costruzione della casa.

A differenza degli Himba, che mantengono il loro stile ancestrale di capanne a cupola o coniche, gli Herero costruiscono strutture più grandi con un tetto a punta e una porta rettangolare. Approfondirò questo argomento in un altro articolo.

Estratto dell’ultimo viaggio in Namibia – video di Francesco Ciccotti

Sono aperte le prenotazioni per le nuove parteze per la Namibia del 2024. Vai alla sezione VIAGGIA CON ME
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