Per viaggiare, non serve necessariamente imparare bene le lingue…
Per viaggiare bisogna prima di tutto sapersi connettere con i luoghi e con le persone che vivono in quei luoghi…
Bisogna avere la curiosità di conoscere e darsi il giusto tempo per osservare le cose;
guardarsi intorno e magari farlo più volte
Solo allora si potrà approfondire una conoscenza e di conseguenza innamorarsi di ciò che si osserva…
già perché solo se si è connessi, si potrà “sentire” e non “vedere” la bellezza che si va ad incontrare.
“Un buon viaggiatore, non ha piani precisi, il suo scopo non è arrivare” scriveva Lao Tsu.
Troppo spesso si parte per un viaggio con delle aspettative sbagliate e con la bramosia di voler vedere un gran numero di posti nuovi e addirittura di volerli inconsciamente vivere come si è abituati a fare nella propria “confort zone”, ma in questo modo, si commette l’errore di non cogliere tutto quello che di nuovo ci si presenta e che si potrebbe percepire.
Madre Teresa di Calcutta diceva: “La felicità è un percorso, non una destinazione”.
Mentre Alphonse de Lamartine, affermava: “Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”.
I migliori “viaggiatori”, sono coloro che lasciano a casa le loro convinzioni…gli altri rimarranno dei “turisti”.
Grandi pensatori hanno teorizzato significati riguardo l’attitudine a viaggiare e ne sto citando solo alcuni tra i tanti che secondo me rappresentano a pieno il significato di questa propensione e la mia idea di “Viaggio”…tra questi non posso non citare Socrate, il quale scriveva: “Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo”.
Bisogna osservare, annusare, toccare, assaggiare, ascoltare i suoni e anche i silenzi, che spesso più di ogni altro elemento, ci rivelano stati d’animo che ci appaiono sconosciuti.
Provare a scrollarsi di dosso le sovrastrutture che ci inquinano i pensieri, svuotare la testa da tutto ciò che affolla la nostra mente e provare a capire cosa ed il perché di tutto ciò che ci si rivela davanti…senza preconcetti e senza la tirannia del tempo (sempre troppo poco) che si ha a disposizione.
John Ruskin diceva: “Vi fu sempre nel mondo assai più di quanto gli uomini potessero vedere quando andavano lenti, figuriamoci se lo potranno vedere andando veloci”.
Per ultimo, ma non in ultimo, non si può partire senza aver portato con se, oltre il proprio bagaglio di viaggio, un adeguato carico di “umanità…necessario nell’incontro con gli altri…
Gli africani dicono:
Ubuntu
È un’etica o un’ideologia dell’africa subsahariana traducibile come “umanità verso gli altri” e pure “sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone”; è una espressione in lingua Bantu che indica
“benevolenza verso il prossimo”.
E’ una regola di vita basata sulla compassione, il rispetto dell’altro. Appellandosi all’Ubuntu sì è soliti dire: Ubuntu ngumuntu ngabantu: “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”.
Gli Indiani invece dicono:
Namastè
che letteralmente significa “mi inchino a te” (inchinarsi, salutare con reverenza). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con: le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, o anche, meno sinteticamente
unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te.
In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità sia di chi porge il saluto e di chi lo riceve.
Chiudo con un trailer dell’ultimo viaggio in Namibia, conclusosi qualche giorno fa…un viaggio così ricco e arricchente che mi costringerà ad un editing video molto lungo, tanto è il materiale video girato…e che qui di seguito riporto in estrema sintesi per il piacere di condividerlo anche con i miei compagni di viaggio… Caroline, Claudio, Francesca Maria, Francesca, Lea, Roberto e Stefania.
Video trailer del viaggio in Namibia – video di Francesco Ciccotti
Ciao Francesco è sempre un grande piacere leggere e ascoltare le tue riflessioni
Un grande abbraccio
grazie Alessia, sono contento che tu lo abbia apprezzato…un abbraccio…Francesco