Considerazioni riguardo l’Intelligenza Artificiale nella Fotografia…

Considerazioni riguardo l’Intelligenza Artificiale nella Fotografia…

L’ascesa dell’intelligenza artificiale nella fotografia offre possibilità entusiasmanti ma solleva anche complesse preoccupazioni etiche.

Ecco alcune considerazioni chiave:

L’8 Marzo 2023, Noam Chomsky sul New York Times scrive sull’intelligenza artificiale:

La mente umana non è, come ChatGPT e i suoi simili, una macchina statistica e golosa di centinaia di terabyte di dati per ottenere la risposta più plausibile a una conversazione o la più probabile a una domanda scientifica”.

Al contrario… “la mente umana è un sistema sorprendentemente efficiente ed elegante che opera con una quantità limitata di informazioni. Non cerca di danneggiare le correlazioni dai dati, ma cerca di creare spiegazioni. […] ]

Smettiamola di chiamarla allora “Intelligenza Artificiale” e chiamiamola per quello che è e fa –un software di plagio-… perché non crea nulla, ma copia opere esistenti, di artisti esistenti, modificandole abbastanza da sfuggire alle leggi sul copyright.

Questo è il più grande furto di proprietà intellettuale mai registrato da quando i coloni europei sono arrivati nelle terre dei nativi americani. “

 

Foto generata dall'AI - presa dal web

Foto generata dall’AI – presa dal web

In effetti, le considerazioni da fare sono molteplici, ma prima di ogni altra, va tenuto conto dell’aspetto Etico:

Il mondo della fotografia è stato testimone di un cambiamento epocale con l’avvento delle tecnologie di intelligenza artificiale (AI). infatti, l’intelligenza artificiale è ora in grado di generare immagini iper realistiche praticamente indistinguibili dalle fotografie reali. ciò solleva una miriade di questioni etiche, soprattutto quando si tratta del delicato equilibrio tra Autenticità e manipolazione nel regno della fotografia.

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale nella fotografia

L’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, in particolare nel campo della visione artificiale. Ciò ha consentito lo sviluppo di algoritmi avanzati in grado di comprendere e manipolare i contenuti visivi con incredibile precisione.

Una di queste tecnologie rivoluzionarie sono le reti generative avversarie (gan), che hanno preso d’assalto il mondo della fotografia AI. queste reti possono creare immagini altamente convincenti mettendo una contro l’altra due reti neurali, di cui una genera immagini e l’altra ne valuta la qualità. Tuttavia, l’ascesa degli strumenti fotografici basati sull’intelligenza artificiale ha fatto emergere una miriade di preoccupazioni etiche che devono essere affrontate. man mano che queste tecnologie continuano ad avanzare, diventa sempre più difficile discernere cosa è reale e cosa è generato artificialmente.

Autenticità: il pilastro della fotografia etica

La fotografia è stata a lungo considerata un mezzo per catturare e preservare momenti nel tempo. l’autenticità di un’immagine è spesso ciò che le dà valore, poiché rappresenta una rappresentazione fedele e inalterata della realtà. Questo è particolarmente importante in campi come il giornalismo e la fotografia documentaristica, dove la credibilità dell’immagine è fondamentale.

Tuttavia, gli strumenti di manipolazione basati sull’intelligenza artificiale hanno il potenziale di offuscare il confine tra autenticità e fabbricazione, rappresentando una minaccia per l’essenza stessa della fotografia. consideriamo ad esempio il caso di deep-art, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale in grado di trasformare qualsiasi fotografia in un’opera d’arte nello stile di artisti famosi come Van Gogh o Monet.

Sebbene tale tecnologia sia affascinante e consenta l’espressione creativa, solleva anche interrogativi sull’autenticità delle immagini risultanti.

Deep-fake - Foto generata dall'AI - presa dal web

Deep-fake – Foto generata dall’AI – presa dal web

Manipolazione: un’arma a doppio taglio

Gli strumenti di manipolazione basati sull’intelligenza artificiale possono essere incredibilmente utili in varie applicazioni, dal miglioramento della qualità visiva delle immagini alla creazione di opere d’arte fantasiose. tuttavia, possono anche essere utilizzati per ingannare e diffondere disinformazione.

Un esempio allarmante di ciò è l’emergere dei “deep-fake”, ovvero video o immagini generati dall’intelligenza artificiale che ritraggono in modo convincente persone reali in situazioni inventate. questi sono stati utilizzati per scopi nefasti come diffondere notizie false, creare contenuti espliciti non consensuali e persino perpetrare frodi.

FAKE_DEEP-FAKE Foto generata dall'AI - presa dal web

FAKE_DEEP-FAKE Foto generata dall’AI – presa dal web

Inoltre, la manipolazione delle immagini guidata dall’intelligenza artificiale può avere gravi implicazioni nel campo del diritto d’autore e dei diritti di proprietà intellettuale. ad esempio, si consideri il caso degli nft (token non fungibili), che sono risorse digitali uniche che possono essere acquistate e vendute su piattaforme block-chain.

Man mano che le immagini generate dall’intelligenza artificiale diventano più sofisticate e indistinguibili dalle opere create dall’uomo, potrebbe diventare sempre più difficile accertare l’originalità e la proprietà dell’arte digitale.

FAKE_DEEP-FAKE Foto generata dall'AI - presa dal web

FAKE_DEEP-FAKE Foto generata dall’AI – presa dal web

Blockchain generata dall'AI - presa dal web

Blockchain generata dall’AI – presa dal web

 Trovare il giusto equilibrio

Per affrontare i dilemmi etici derivanti dalla fotografia AI, è essenziale trovare il giusto equilibrio tra l’abbracciare il potenziale creativo di queste tecnologie e la salvaguardia dell’integrità del mezzo. questo può essere ottenuto con:

1. Stabilire linee guida chiare e standard etici: le organizzazioni fotografiche e gli organismi professionali dovrebbero sviluppare linee guida e politiche che delineino l’uso accettabile delle tecnologie AI nella fotografia. Questi dovrebbero sottolineare l’importanza della trasparenza e della divulgazione quando si utilizzano immagini generate dall’intelligenza artificiale o manipolate.

2. Promuovere l’educazione e la consapevolezza: fotografi, artisti e consumatori dovrebbero essere istruiti sulle implicazioni della manipolazione delle immagini basata sull’intelligenza artificiale. Ciò contribuirà a promuovere un approccio più informato e responsabile verso l’uso di queste tecnologie.

3. Sviluppo di contromisure e strumenti di verifica: man mano che la manipolazione guidata dall’intelligenza artificiale diventa sempre più diffusa, è fondamentale sviluppare strumenti e tecniche in grado di rilevare ed esporre tali contenuti. Ciò contribuirà a mantenere la fiducia nell’autenticità delle immagini fotografiche.

4. Incoraggiare l’innovazione responsabile: le parti interessate nei settori dell’intelligenza artificiale e della fotografia dovrebbero lavorare insieme per trovare un equilibrio tra innovazione e considerazioni etiche. ciò può essere raggiunto collaborando alla ricerca, condividendo le migliori pratiche e promuovendo una cultura dell’innovazione responsabile.

Conclusione

 Non sono contro il progresso tecnologico e non lo si può frenare ed è per questo che si deve regolamentare l’utilizzo di tali immagini. La fotografia basata sull’intelligenza artificiale ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui creiamo, consumiamo e percepiamo i contenuti visivi. Tuttavia, solleva anche una serie di preoccupazioni etiche che devono essere attentamente considerate trovando il giusto equilibrio tra autenticità e manipolazione, possiamo sfruttare il potere dell’intelligenza artificiale per arricchire il mondo della fotografia preservandone i valori fondamentali. Il futuro della fotografia risiede nella nostra capacità di navigare in questo delicato equilibrio, garantendo che l’intelligenza artificiale funga da strumento per l’espressione creativa e non da mezzo di inganno.

Siamo soltanto all’inizio e quello che io vedo per ora è soltanto finzione senza anima e non bellezza …e ciò che manca è il processo creativo umano individuale.

KENYA SAFARI & RELAX…

KENYA SAFARI & RELAX…

27/12/2024 – 06/01/2025

Suggestivo, affascinante, unico. Il Kenya regala esperienze di viaggio indimenticabili.

Un viaggio che unisce il safari nei parchi più importanti del Kenya e il relax sulle spiagge coralline dell’Oceano Indiano.
Qui, infatti, l’incanto della natura selvaggia si fonde con la bellezza del litorale dell’Oceano Indiano

tutto intorno è meraviglia!

La maestosità della savana, le alte vette delle montagne, la giungla lussureggiante e le spiagge incontaminate…la varietà del panorama lascia senza parole.

Safari nello Tsavo Est Kenya

Safari nello Tsavo Est Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Tsavo Est Kenya

Tsavo Est Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Potrai immergerti fin da subito nelle riserve e nei parchi nazionali Amboseli, Tsavo est e Tsavo Ovest, per partecipare a safari emozionanti, guidati da esperti locali che conoscono ogni angolo del territorio e

accompagnati anche da me, che come fotografo professionista,

vi farò apprezzare le bellezze del territorio e del suo popolo nelle migliori condizioni di luce.
Sarà possibile assistere agli spettacoli più esclusivi della natura.

Elefanti Tsavo Ovest Kenya

Elefanti Tsavo Ovest Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Dalla migrazione di milioni di gnu, che attraversano il fiume in cerca di pascoli migliori, fino alla siccità e alla vegetazione rada tipica delle savane africane.
Ti immergerai in totale sicurezza nella natura più selvaggia e ammirerai la bellezza dei paesaggi più singolari.

Leopardi Tsavo Est Kenya 

Hippo Tsavo Ovest Kenya 

Rinoceronte - ph. Francesco Ciccotti 

Il Kenya è anche ricco di tradizioni millenarie e abitato da tribù ospitali come i Maasai, che vivono in armonia con la terra. Potrai anche visitare i villaggi Maasai e scoprire le tradizioni di questo popolo incredibile.

Un incontro che ti lascerà il segno.

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Dopo le escursioni per osservare da vicino i “Big Five” nel loro ambiente naturale, si prosegue verso il mare.

Le incantevoli spiagge ti riempiranno gli occhi di stupore: la sabbia dorata e le acque trasparenti sono una vera oasi di tranquillità di sabbia bianca e acque turchesi.

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Villaggio Masai Amboseli Kenya

Villaggio Masai Amboseli Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Potrai rilassarti sulle spiagge di sabbia bianca dell’Oceano Indiano e goderti il sole tropicale e le acque cristalline.

I magnifici litorali del Kenya sono una fuga perfetta dalla frenesia quotidiana e la destinazione ideale per rigenerarsi.

Malindi pescatori Kenya

Malindi: pescatori – ph. Francesco Ciccotti

Kenya Malindi

Malindi – ph. Francesco Ciccotti

Spiaggia di Malindi Kenya

Spiaggia di Malindi – ph. Francesco Ciccotti

Programma giorno per giorno

Giorno 1

Arrivo all’aeroporto internazionale di Nairobi, pick up da parte dei nostri autisti e trasferimento presso l’Hotel.

Prima colazione inclusa.

Giorno 2

Partenza al mattino da Nairobi e trasferimento al verso il Parco Nazionale dell’Amboseli. Arrivo per pranzo al Lodge. Safari fotografico nel pomeriggio all’interno del Parco Nazionale dell’Amboseli fino
al tramonto.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 3

Colazione, safari fotografico mattutino rientro a pranzo al lodge. Possibilità, su richiesta, di una visita guidata in un villaggio Masai che si trova ai piedi del Kilimanjaro. Safari fotografico pomeridiano.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 4

Dopo colazione, safari fotografico mattutino en-route e attraversando la meravigliosa Shetani Valley, una valle di circa 8 km completamente ricoperta di lava, ci dirigeremo verso il Parco Nazionale dello Tsavo Ovest. Arrivo per pranzo al
Lodge. Safari fotografico pomeridiano fino al tramonto e visita alle “Mzima Spring”. Rientro al tramonto al lodge. 

Pranzo libero, Cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 5

Sveglia di buon mattino e partenza per il Parco Nazionale dello Tsavo Est, che insieme allo Tsavo Ovest è uno dei Parchi Nazionali più grandi d’Africa e per questo con due ecosistemi completamente diversi. Questo, vi darà la possibilità di ammirare paesaggi che variano da piste di terra rossa, colline, e distese di pura savana. Arrivo per pranzo al lodge.
Safari fotografico pomeridiano fino al tramonto.

Pranzo, cena e pernottamento in Lodge.

Giorno 6

Dopo colazione, game drive all’interno del Parco Nazionale dello Tsavo Est. Uscita dal parco e pranzo sulle sponde del
fiume Galana.
Dopo pranzo trasferimento nel Resort per un pomeriggio di relax
al mare.

Pranzo incluso, Cena e pernottamento in lodge.

Giorno 7-8-9-10

Giornate di relax al mare nel vostro resort.

Trattamento Soft All inclusive

Giorno 11

Rientro in Italia da Nairobi.

Vista la tipologia dell’itinerario programmato potranno esserci anche cambi di programma/percorso derivanti da eventi atmosferici o revoche di permessi.

PREZZI

  • Quota individuale di partecipazione in camera doppia: a partire da €2449,00
  • Supplemento singola: € 600,00
  • Ingresso ai parchi per persona: € 360,00

VOLO AEREO: da quotare al momento della prenotazione.

LA QUOTA COMPRENDE

valida per un minimo di 20 partecipanti

  • Trasferimenti come da programma.
  • Cinque giorni e Quattro notti di safari in auto Toyota Land Cruiser
    4×4 ad uso esclusivo.
  • Guida/Driver professionista locale certificata KPSGA parlante inglese e accompagnamento durante tutto il safari.
  • Aaccompagnatore fotografo per consigli e suggerimenti.
  • FLYING Doctor’s ( Servizio Ambulanza aerea AMREF)
  • Pensione completa nei Lodge dal giorno 2 al 6, bevande escluse.
  • Trattamento “Soft All Inclusive” nel Resort dal giorno 7 al 10. Il trattamento “Soft All Inclusive comprende acqua minerale, bibite, vino e birra al bicchiere duranti i pasti. Tea e caffe all’americana durante i pasti. Tè /Coffe Time nel pomeriggio.) Sono escluse tutte le bevande in bottiglia. ( acqua, bibite, vino e birra). Il caffè espresso, cappuccino, superalcolici.
  • Acqua minerale durante i safari ed i trasferimenti
  • Extra lunch all’uscita del Parco Nazionale dello Tsavo Est.
LA QUOTA NON COMPRENDE

Tutto quanto non espressamente indicato ne “La quota comprende” ed in particolare:

  • Volo internazionale dall’Italia (se i biglietti sono presi in anticipo.
    incidono media c/a 700,00 € pp)
  • ETA per il Kenya (da fare on-line)
  • Assicurazione personale e polizza annullamento viaggio.
  • Lavanderia.
  • Supplemento singola e supplementi festivita’ Natale e Capodanno.
  • Bevande ai Lodge e durante l’extra lunch.
  • Mance nei lodges e campi e al driver.
Danza africana…cosa rappresenta?

Danza africana…cosa rappresenta?

L’Africa ha circa 1000 lingue diverse e probabilmente altrettanti stili di danza.

Gli stili di danza variano enormemente e così anche le definizioni di danza.

Ad esempio, tra gli Ibo, Akan, Efik, Azande e Kamba, la danza coinvolge musica vocale e strumentale, inclusa il tamburo; tra gli Zulu, Matabele, Shi, Ngoni, Turkana e Wanyaturu i tamburi non vengono usati, e talvolta chi li usa è disprezzato; mentre le tribù Namibiane Herero, Himba, Boshimani e Damara sono tra quelle che usano soltanto musica vocale e il battito delle mani.

Negli Stati Uniti e in altri paesi non africani, anche le concezioni della danza variano. Tuttavia, credo che sia possibile sviluppare una definizione generale: la danza è composta da sequenze intenzionalmente, ritmiche e culturalmente modellate di movimenti e gesti del corpo non verbali che non sono attività motorie ordinarie, il movimento ha un valore intrinseco.

E in Africa, la danza ha un significato molto maggiore che nella maggior parte dei paesi occidentali.

È un comportamento fisico.

Il corpo umano come strumento di danza rilascia energia attraverso le risposte muscolari agli stimoli.

È un comportamento artistico.

Ogni gruppo ha la propria estetica.

Damara che danzano - Ph. Francesco Ciccotti

Damara che danzano – Ph. Francesco Ciccotti

La danza è quindi significativa in termini di indulgenza sensoriale dell’esecutore o dello spettatore mentre risponde in un intervallo che va dall’insoddisfazione all’euforia e con l’aspettativa che in un particolare stile di danza i vari elementi – spazio, ritmo, dinamica – saranno riconoscibili.

Fino a poco tempo fa la danza africana raramente era un’arte fine a se stessa, ma era piuttosto utilitaristica:

“arte” per il bene della vita.

La danza africana è un comportamento culturale, determinato da valori, atteggiamenti e credenze di un popolo.

Danza cerimoniale di caccia dei Boshimani

Danza cerimoniale di caccia dei Boshimani – Ph Francesco Ciccotti

La danza africana si riferisce principalmente agli stili di danza dell’Africa sub-sahariana, molti dei quali si basano su ritmi tradizionali e tradizioni musicali della regione.

Gli stili di danza africana moderna sono profondamente radicati nella cultura e nella tradizione.

Molte tribù hanno un ruolo esclusivamente allo scopo di trasmettere le tradizioni della tribù; danze tramandate nel corso dei secoli, spesso immutate, con poco o nessuno spazio per l’improvvisazione.

Canti e danze facilitano l’insegnamento e la promozione dei valori sociali, la celebrazione di eventi speciali e le principali tappe della vita, l’esecuzione di storie orali e altre recitazioni ed esperienze spirituali.

La danza africana utilizza i concetti di poliritmo e di articolazione totale del corpo. Le danze africane sono un’attività collettiva eseguita in grandi gruppi, con una significativa interazione tra ballerini e spettatori nella maggior parte degli stili.

Donne + Bimbi Himba - ph. Francesco Ciccotti

 Donne Himba che danzano – ph. Francesco Ciccotti

Ogni tribù ha sviluppato il proprio stile di danza unico, suddividendolo in tre categorie in base allo scopo.

La prima è la danza religiosa, che secondo molte tribù favorisce la pace, la salute e la prosperità. Le danze religiose spesso coinvolgevano ballerini mascherati, che si esibivano sia come spiriti che come coloro che li placavano. La religione e la spiritualità hanno permeato ogni aspetto della vita africana tradizionale e continuano a influenzare la danza africana anche oggi.

La seconda è la danza griotica, ed era un tipo di danza che raccontava una storia. Prende il nome da griot, che è  un narratore tradizionale nell’Africa occidentale. Alcune danze griotiche venivano ballate solo dal griot della tribù; oggi le compagnie eseguono le stesse danze che un tempo erano esclusive del griot.

Il terzo tipo è la danza cerimoniale. Queste danze vengono eseguite in occasione di cerimonie come matrimoni, anniversari e riti di passaggio.

Tuttavia, molte danze non avevano un solo scopo.

Piuttosto, spesso c’era uno scopo primario, che si fondeva con molti scopi secondari.

La danza era molto importante per il mantenimento dello status di sovrano nella società tribale. Il colonialismo e la globalizzazione hanno portato allo sradicamento di alcuni stili di danza africana. Altri stili sono stati mescolati insieme o mescolati con stili di danza al di fuori dell’Africa.

In passato, la danza africana ha mandato in estasi alcuni poeti e artisti occidentali che ne restavano ammirati, mentre ha mandato molti missionari cristiani e altri colonialisti in uno stato di orrore.

“La forma estetica per eccellenza” per i primi, “l’espressione della turpitudine morale” per i secondi.

Donna Herero che danza - Ph. Francesco Ciccotti

Donna Herero che danza – Ph. Francesco Ciccotti

I primi osservatori europei del comportamento africano non consideravano la danza africana come una danza, perché non era il balletto classico o la danza popolare a ritmo di passi dei loro paesi d’origine. Percezioni e valutazioni sono ora più equilibrate.

Io nei miei viaggi resto sempre affascinato dalla Cultura e dalle Tradizioni Africane, e con l’occhio fotografico provo a documentare, registrare e testimoniare questa cultura antica che fa parte del nostro DNA, augurandomi così di evitare che se ne perda definitivamente traccia.

Danze Africane – reel di Francesco Ciccotti

ALLA RICERCA DI UN MONDO…non del tutto PERDUTO…

ALLA RICERCA DI UN MONDO…non del tutto PERDUTO…

Incontrare persone, cercare un contatto sincero…

sentire, toccare, vedere, comunicare nel senso di entrare in comunione è quello che desideriamo di più quando ci relazioniamo con gli altri e quindi anche quando viaggiamo, ma che allo stesso tempo, ci spaventa o ci è reso difficile, per vari motivi.

Qualsiasi sia il Paese che andiamo a visitare, l’argomento della conversazione o del contesto di relazione in cui ci troviamo, cerchiamo – che ne siamo consapevoli o meno – il “contatto umano”… in qualsiasi forma, in qualsiasi modo, purché sia un vero contatto un sentire veramente e profondamente l’altro.

La nostra instancabile curiosità di viaggiatori ci dà il permesso di entrare nella sfera d’influenza dell’altro.

Aprirci, diventare per scelta un pò più vulnerabili, un pò più morbidi anche con noi stessi, ci rende fratelli, più simili.

Ci fa sentire di appartenere, ci fa sentire un pò meno soli e meno isolati…

Appartenere tutti allo stesso mondo, che ha abitudini e costumi diversi, ma che ci rende sempre molto simili per le principali esigenze e bisogni terreni.

Incontrare persone dalle sembianze così diverse, è sempre una grande sfida rivolta alle nostre abitudini e ai nostri condizionamenti, paure e pregiudizi…

e nonostante la nostra enorme curiosità verso “l’altro”, siamo comunque, troppo spesso pronti a boicottare i sentimenti che proviamo, razionalizzando motivazioni e giustificazioni che non fanno altro che fare il gioco del nostro incontenibile: “ego”.

Cercare il contatto, però, è e rimarrà sempre un bisogno umano, un desiderio verso il manifestare l’amore puro, l’amicizia e la fratellanza; un qualcosa di pulito, di onesto, di vero.

Aprirsi…e lasciar entrare la brezza della vita, è nutrimento…perché non si vive di solo cibo.

Attraverso la “comunione” nutriamo il nostro essere e quello delle persone incontrate.

Se guardiamo alla vita in generale, osserveremo che in natura ogni sistema è “permeabile” – un sistema “aperto – ed allora, sopravvive, matura e costantemente evolve. Un sistema biologico in evoluzione è sempre intelligente, che significa adattabile, aperto alla comunicazione, di qualsiasi forma si tratti, adatto agli scambi…alla crescita.

Quando viaggiamo, oltre ad esplorare luoghi, paesaggi, natura, arte, bellezza in generale…

ciò che ci colpisce con profondità, sono le “relazioni umane”

Humans - ph. Francesco Ciccotti

Humans – ph. Francesco Ciccotti

…in questo mondo sempre più superficiale, da toccata e fuga, dove non ci diamo il tempo neppure di sentire un profumo, di percepire un suono, una musica, di gustare coscientemente un sapore, di vivere pienamente e di godere pienamente della sensualità di uno sguardo, la profondità di una parola, oppure, la delicata e allo stesso tempo intensa sensazione di una stretta di mano sono un contatto che la dice lunga su chi abbiamo di fronte.

Viviamo nell’era del “consumismo sensoriale” usa e getta…tutto deve essere consumato in fretta, per poi passare ad altro…questo ci viene insegnato viaggiando sui social, navigando da una pubblicazione all’altra, da una pagina web all’altra…da un’App all’altra…

ma fermiamoci un attimo, prendiamoci una pausa, facciamo un grosso respiro

…non usiamo male il tempo che abbiamo a disposizione e quello che ci rimane…non procediamo per modelli imitativi senza valutare se sono giusti o errati…guardiamo il mondo intorno a noi “in diretta” e non attraverso un monitor…allarghiamo lo spazio di conoscenza “diretta” e possiamo sperimentare un altro livello di realtà, più vasto e libero.

Ritroviamo i nostri ritmi interiori dove il sapore dell’essere è più dolce del sapore dell’apparire.

Le mie esperienze di viaggiatore, mi permettono di entrare in contatto con le persone e con la loro essenza…la mia anima da fotografo, mi permette di farli diventare spesso soggetti dei miei scatti.

In questo modo riesco a pieno a vivere la comunione con l’altro e al contempo, portarmi a casa la testimonianza di ciò che abbiamo condiviso.

Perché l’uomo viene considerato sempre imperfetto, mentre gli animali sono sempre ritenuti perfetti?

Perché l’uomo viene considerato sempre imperfetto, mentre gli animali sono sempre ritenuti perfetti?

Per fortuna agli animali ancora non viene associata “l’imperfezione” come si fa con gli umani…gli animali così diversi l’uno dagli altri, lasciano a noi umani, sempre una idea di “perfezione”…

Ghepardo in Kenya - ph. Francesco Ciccotti

Ghepardo in Kenya – ph. Francesco Ciccotti

Chi mangia sott’acqua ma vola in cielo; chi vive in fondo al mare e mangia volando sopra la superficie dell’acqua…chi salta, chi corre, chi striscia, chi nuota e chi scava; chi è preda e chi predatore; chi si mimetizza e chi fa lustro del suo piumaggio, chi ha la pelle maculata, chi a strisce e chi a pois; chi ha il collo lunghissimo, chi curvo come un sifone e chi appare senza collo; chi ha orecchie lunghe e chi occhi o bocca enorme; chi ha il pelo, chi la corazza, chi le piume e chi le squame, chi la coda e chi la cresta e…anche chi ha entrambe…chi è mammifero, chi fa le uova e chi è ermafrodita…becchi enormi, mascelle, zanne, corni e probociti; chi è minuscolo e chi un pachiderma…

Bufala africana - ph. Francesco Ciccott

Bufala africana – ph. Francesco Ciccotti

Dromedario in Tunisia - ph. Francesco Ciccotti

Dromedario in Tunisia – ph. Francesco Ciccotti

Elefante in Namibia - ph. Francesco Ciccotti

Elefante in Namibia – ph. Francesco Ciccotti

Giraffa in Kenya - ph. Francesco Ciccotti

Giraffa in Kenya – ph. Francesco Ciccotti

scimmie- male and female - ph. Francesco Ciccotti

scimmie- male and female – ph. Francesco Ciccotti

Gabbiano a Roma - ph. Francesco Ciccotti

Gabbiano a Roma – ph. Francesco Ciccotti

Ognuno incantevole per il proprio stile e il proprio aspetto…

Mentre tra gli uomini si va sempre alla ricerca della perfezione e ad ognuno viene attribuita “l’imperfezione”…è sufficiente un naso pronunciato, delle orecchie a sventola, dei denti sporgenti oppure dei capelli radi…della gambe corte e curve o una gobba appena percettibile, per subire considerazioni di disprezzo.

Mi chiedo, perché questo diverso modo di considerare l’estetica nei confronti degli animali rispetto agli umani?

Sarà forse perché nei confronti degli umani, ci sentiamo sempre in competizione diretta?

O forse sono le nostre insicurezze che ci fanno vacillare e spingerci in questo confronto lesionista rispetto ai nostri simili? Cos’è che ci limita nell’accettare le imperfezioni degli altri?

Del resto, non mi sembra che ci sia una diffusa mania di perfezione intorno ad ognuno di noi, tale da poterci far ritenere portatori e custodi di “Bellezza”…basta guardare alcune mode sulle acconciature, nell’abbigliamento, nelle posture, nel linguaggio utilizzato e persino nelle sistemazioni delle proprie abitazioni, dei giardini e negli uffici; pochi sono i popoli che globalmente, mirano alla perfezione di ciò che è perfettibile.

Per la mia conoscenza, solo i Giapponesi, che pur non rientrando nei nostri occidentali canoni di perfezione, si cimentano quotidianamente nel perfezionare il loro contorno esteriore.

Giovani donne a Kyoto - ph. Francesco Ciccotti

Giovani donne a Kyoto – ph. Francesco Ciccotti

In definitiva, persino noi Italiani, detentori del “gusto estetico” rappresentato con l’Arte, il Design, la Moda, l’Architettura, l’Artigianato, i componimenti letterali, poetici e musicali, possiamo considerarci diffusamente attenti alla “Perfezione” tout court…

tranne quando si tratta di giudicare la imperfezione altrui.

Capra a Delhi - ph. Francesco Ciccotti

Capra a Delhi – ph. Francesco Ciccotti

Un giornalista, un giorno chiese a Bob Marley, quale fosse per lui la donna perfetta e lui rispose:

“Even the moon is not perfect, it is full of craters.

The sea is incredibly beautiful, but salty and dark in the depths.

The sky is always infinite, but often cloudy.

So, everything that is beautiful isn’t perfect, it’s special.

Therefore, every woman can be special to someone.

Stop being “perfect”, but try to be free and live, doing what you love, not wanting to impress others!”

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