Tunisia Fly&Drive 4×4 – Fotografiamo il Grande Sud

Tunisia Fly&Drive 4×4 – Fotografiamo il Grande Sud

04/12/2021 – 12/12/2021

oppure

05/02/2022 – 13/02/2022

Viaggio avventura in 4×4, accompagnati da un fotografo professionista, per catturare e godesi a pieno la profusione di colori e luci che trasforma il paese e i suoi paesaggi.

Puoi scegliere di noleggiare un 4×4 guidato da te o come passeggero dei veicoli dell’organizzazione.

Vivremo l’avventura del viaggio in fuoristrada, dai villaggi berberi alle dune del Grande Erg Orientale, con i ritmi dettati soprattutto dalle esigenze fotografiche.

Il richiamo del Sahara risuona sempre più forte quando la vita moderna si fa sempre più stretta e opprimente.

La magia della luce, l’aria frizzantina, gli spazi infiniti, i paesaggi desertici, la cultura berbera e l’avventura off-road…accompagneranno il nostro viaggio.

Attraverseremo le regioni sahariane dove è sopravvissuta una vecchissima tradizione tunisina: l’habitat trogloditico, per poi raggiugere il deserto e viverlo come lo si sogna; con un’esperienza di pienezza ed immensità, di silenzio e di mitezza.

Non bisogna necessariamente essere fotografi o aspiranti tali o avere una particolare attrezzatura

Conta il piacere di vivere e assaporare, con il giusto tempo, paesaggi, persone e culture nelle migliori condizioni di luce.

È sufficiente anche uno smartphone per riuscire a portare a casa egregi ricordi fotografici dell’avventura vissuta.

Sveglia presto e partenza in direzione Sud, dove il deserto appare in tutta la sua rudezza, implacabile. Una vasta pianura pietrosa si apre su dei grandiosi paesaggi di montagne e di altipiani desertici, di dirupi e di picchi rocciosi. Ed è in questo scenario dantesco che sorgono le stupefacenti architetture degli Ksour, granai collettivi fortificati dei nomadi sahariani.

Trascorreremo una giornata a contatto con le vecchie tradizioni berbere attendendo che il tramonto infiammi le mura dei Ksour.

Raggiungeremo poi l’Oasi di Ksar Ghilane, punto di partenza dell’avventura sulle dune. Attraversando una tra le zone più affascinati del deserto tunisino, si giunge al lago di Ain Ouadette, dove potremo anche fare un bagno ristoratore nell’acqua calda.

Faremo il pieno di dune scolpite dal vento talvolta dolcemente ondulate, talvolta sollevate in onde impetuose, che all’alba si colorano di giallo e di rosa – spettacolo raro che premia le notti al bivacco.

Punteremo poi verso Tembaine e il Parc du Jebil, fino ad arrivare alla tipica cittadina di Douz dove saluteremo il deserto.

Ultima tappa Kairouan, dove ci inoltreremo nella medina percorrendo le stradine costeggiate da facciate bianche e da porte celeste chiaro, fra le esposizioni dei piccoli venditori dei souks. Avvertiremo un’atmosfera fuori dal tempo.

Risaliremo poi verso Tunisi per tornare a casa.

 

L’insieme creato degli splendidi panorami, dalle notti sotto il cielo stellato, dall’affascinante natura e dalla storia di questi luoghi renderà questa avventura indimenticabile.

Programma giorno per giorno

04 DICEMBRE Partenza dall’Italia volo su Tunisi / Trasferimento Tunisi – Gabes
Arrivo all’aeroporto di Tunisi. Primo trasferimento in direzione di Gabes.
05 DICEMBRE Gabes – Tataouine

Sveglia presto e ci dirigiamo a Sud verso Tataouine passando per uno degli Ksar più veri e autentici, Ksar Hallouf, nel cuore di un paesaggio arido e montagnoso, di altipiani e ripide vette, dove sorgono le sorprendenti architetture dei Ksour. Situati nel mezzo del nulla, simili a grandi alveari di color roccia, questi ‘’castelli del deserto’’ (‘’Ksour’’), erano un tempo punti di raduno dei semi-nomadi della regione, nei quali venivano stoccati i raccolti, al sicuro da saccheggiatori, in alveoli sovrapposti chiamati “ghorfas”.

Visiteremo poi Chenini, antico villaggio berbero e Douiret con il suo imperdibile Museo.

Cena e pernottamento in una casa troglodita.

06 DICEMBRE Tataouine – Ksar Ghilane

Dopo colazione partiremo alla volta di Ksar Ghilane, frontiera fra il deserto di sabbia e il deserto di pietra. Da qui comincia la nostra avventura sulle dune non senza aver provato l’ebrezza di un bagno sotto le palme in una “piscina” naturale di tiepida acqua.

Primo bivacco in campo tendato tra le dune.

7 – 9 DICEMBRE Ksar Ghilane – Ain Oudette – Tembaine

Trasferimento verso Djanet. Incontreremo qui chi ci raggiunge in aereo e arriverà in tarda notte il 2 novembre.

Campi lungo il percorso e l’ultimo giorno campo sulla sabbia nel Tassili.

10 DICEMBRE Douz

Ultimo giorno di deserto e arrivo nel pomeriggio a Douz, denominata anche “la Porta del Deserto”. Pomeriggio libero per una passeggiata in piazzetta e tra i negozietti.

Cena e pernottamento in hotel.

11 DICEMBRE Douz – Kairouan

Sveglia presto e partenza alla volta di Kairouan, affascinante città ancorata ad un passato lontano. Città santa dell’islam, Patrimonio mondiale dell’Unesco, possiede tante meraviglie: dalla medina, alla venerabile Grande moschea, dai Bacini aghlabidi, all’incantevole mausoleo di Sidi Saheb decorato con ceramica, dal pozzo Barrouta ai numerosi laboratori dove si fabbricano i tappeti annodati più famosi della Tunisia.

Pranzo libero in uno dei ristoranti tipici. Cena e pernottamento in hotel.

12 DICEMBRE Kairouan – Tunisi
Trasferimento verso Tunisi per il rientro in Italia.

Vista la tipologia dell’itinerario, programmato in zone “difficili”, potranno esserci anche significativi cambi di programma/percorso derivanti da eventi atmosferici, problemi di sicurezza, revoche di permessi.

In questi casi Desartica metterà in atto i cambi di percorso necessari in accordo con le autorità locali, concordando con loro l’eventuale nuovo itinerario, privilegiando sempre la sicurezza dei Partecipanti.

PREZZI

  • Pilota auto propria/noleggio € 1.650,00
  • Passeggero auto propria/noleggio € 900,00
  • Passeggero veicolo organizzazione € 1.650,00
  • Supplemento singola € 300,00

VOLO AEREO:da quotare al momento della prenotazione
NOLEGGIO AUTO: € 1.280,00 – prezzo del noleggio si intende per vettura completa

LA QUOTA COMPRENDE

valida per un minimo di 10 partecipanti

  • Tutte le strutture turistico ricettive previste nel programma in camera doppia, con trattamento in mezza pensione, bevande escluse;
  • Transfer da e per aeroporto fino al punto di noleggio auto;
  • Pranzi tipici a bivacco – acqua inclusa;
  • Cene tipiche a bivacco – acqua inclusa;
  • Tutte le colazioni in strutture ricettive o a bivacco;
  • Permessi per il deserto;
  • Utilizzo completamente gratuito del telefono satellitare in caso di emergenza;
  • Assicurazione sanitaria AXA (o similare);
  • Fotografo professionista istruttore;
  • Presenza veicolo assistenza con guide locali;

Nota: i servizi erogati sono calcolati per un minimo di 10 Partecipanti. Se il viaggio verrà confermato con meno partecipanti l’organizzazione si riserva di eliminare qualche servizio che verrà comunicato mezzo mail agli iscritti senza snaturare lo spirito del viaggio.

LA QUOTA NON COMPRENDE

Tutto quanto non espressamente indicato nei precedenti paragrafi ed in particolare:

  • Noleggio auto, quotato a parte;
  • Volo, quotato a parte;
  • Tutti i tipi di bevande extra ai pasti;
  • Carburante e pedaggi autostradali.
HA ANCORA SENSO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA OGGI?

HA ANCORA SENSO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA OGGI?

Questa settimana  è venuto a mancare il matematico statunitense padre del taglia/copia/incolla, Lerry Tesler. Larry, insieme al collega Timothy Mott, ideò nel 1973, il sistema copia/incolla per trasferire parti di testo nei programmi per computer.

Dobbiamo a lui il vantaggio di evitare di riscrivere ogni volta parti di testo.

Non sono pochi gli ambiti nei quali con l’avvento delle innovazioni tecnologiche e del digitale nello specifico, hanno ricevuto vantaggi enormi in termini di velocità ed immediatezza. Non credo che ci siano stati scrittori provenienti dall’epoca dell’analogico, nostalgici delle correzioni a mezzo di forbici e colla…

Le innovazioni tecnologiche hanno portato indubbi vantaggi in quasi tutti i settori

anche se, in alcuni di questi, se ne conservano soltanto quelli legati all’utilizzo dei nuovi materiali e non delle automazioni o dell’elettronica di supporto. Tanto per citarne alcuni, mi viene in mente il Trasporto, dove la bicicletta è ancora amata anche dopo l’avvento di quella servo assistita e persino del razzo; la Vela, che continua ad essere utilizzata nonostante l’invenzione della propulsione a scoppio e di seguito elettrica; ci sono gli Alianti, il Parapendio e le Tute Alari, che accompagnano in modo crescente l’uomo con il suo antico sogno di volare. Nel settore della Musica, gli strumenti classici e i vecchi Dischi in vinile sono ancora prodotti, commercializzati e piacevolmente ascoltati, nonostante i più sofisticati supporti digitali.

Ma ci sono settori, appunto, che con l’avvento del computer e dei programmi di supporto, hanno sostituito in modo irreversibile il modo di operare.

E così come la vecchia macchina da scrivere ad inchiostro è stata sostituita dal computer, così, pure nel mondo della Fotografia, la macchina fotografica digitale ha soppiantato piano piano la fotocamera analogica e la foto digitale propaga inarrestabile in modo sempre più diffuso….anche se qualche nostalgico continua a scattare foto con la pellicola a sviluppo chimico.

wedding roma

Foto di famiglia durante una cerimonia – ph. Francesco Ciccotti

Sia che tu sia motivato a catturare meravigliosi paesaggi, oppure che voglia condividere i tuoi momenti trascorsi con amici e familiari, oppure raccontare dei tuoi viaggi, escursioni ed eventi, farlo attraverso le fotografie è di sicuro il mezzo più usato. Perché oggi è piuttosto facile scattare una foto decente con qualsiasi apparecchio digitale.

Ma riuscire a farlo più di 20 anni fa, non era affatto semplice.

In vero, la fotografia digitale si è affacciata già negli anni 80, il suo uso diffuso si è visto solo negli anni 90, ma l’utilizzo più ampio c’è stato dall’inizio del secondo millennio con la comparsa degli smartphone.

Quindi per oltre 100 anni, lo standard utilizzato dai fotografi era la pellicola.

Solo se hai avuto occasione di scattare foto nell’era dell’analogico, saprai che scattare con la pellicola, era molto più complesso e con meno tolleranze rispetto all’utilizzo di una fotocamera digitale.

Bisognava aver cura di non esporre il rullino alla luce del sole; se non regolavi bene l’esposizione, se la fotocamera aveva perdite di luce, potevi rovinare l’intera sessione di ripresa…e non c’era niente di più deludente che tornare a casa e accorgersi, sviluppando il rullino, che non avevi prodotto nulla di utilizzabile.

Se invece il rullino riusciva ad andare a buon fine, dovevi comunque svilupparlo. C’era chi decideva di svilupparselo a casa, allestendosi una camera oscura di fortuna nel bagno di casa, con tanto di bacinelle piene di chimici, l’ingranditore sul piano della lavatrice e le stampe messe ad asciugare con le mollette nello stendino dei panni. Mentre altri portavano i loro rullini al laboratorio fotografico di sviluppo e stampa che lo faceva per loro. Questo comportava dei costi maggiori sia per recarsi al laboratorio e soprattutto lasciare le pellicole per uno o più giorni prima di vedere il risultato sviluppato.

Tecnologicamente parlando, non ci sono grandi differenze di qualità tra le foto in digitale e quelle in analogico.

Si riusciva comunque fare delle buone foto…soprattutto se si considera che una buona foto non è necessariamente una foto che sia esclusivamente esposta in modo corretto, con una buona definizione e un buon contrasto. Certo è che prima l’operatore dovesse essere molto abile con l’uso dell’esposimetro. 

digitale vs analogico - Camera Oscura

Camera Oscura – Scena tratta dal film Blow-Up

Quando si utilizzava la pellicola c’era molto meno margine d’errore, il che significava dover conoscere molto bene i dettagli della propria macchina fotografica. Conoscere la luce e la ridotta gamma dinamica. E comunque, sapere di non avere diritto di replica, visto che il risultato delle foto si sarebbe potuto controllare soltanto successivamente e che il costo di ogni click incideva in modo rilevante sulla sessione fotografica, bisognava essere molto precisi, metodici, conoscere la tecnica e stare sempre concentrati prima di eseguire uno scatto fotografico.

L’uso di fotocamere digitali automatiche, DSLR, mirrorless, bridge e smartphone, ha reso la fotografia più semplice che mai.

Sul piano della resa qualitativa, difficilmente si può distinguere una foto scattata con una reflex digitale da una scattata con un telefonino, perlomeno se sono foto scattate in luce diurna. E proprio per la semplicità d’uso ed il ridotto ingombro e peso, lo smartphone è diventato il mezzo più diffuso per catturare immagini. Oltretutto non è raro neppure vedere foto premiate nei vari Contest fotografici in giro per il Mondo, scattate proprio con un telefonino.

Foto in analogico

Tramonto in Corsica con reflex a pellicola – ph. Francesco Ciccotti

Foto con smartphone

Adolescenti al tramonto – scatto con smartphone – ph. Francesco Ciccotti

L’uso dell’autofocus, dello stabilizzatore d’immagine che evita l’effetto mosso, l’anteprima dell’immagine su ampio monitor, la regolazione automatica dell’esposizione e del bilanciamento del bianco, sono tutte funzionalità che hanno reso la fotografia più semplice e alla portata di tutti.

Tutti i moderni  applicativi di ripresa e di post produzione, hanno reso la fotografia più spettacolare.

Ma ciò che rende così speciale l’era della fotografia digitale, è la possibilità di condividere e modificare istantaneamente la foto, senza più attese per lo sviluppo.

I social media come Instagram, consentono ai fotografi di scattare una foto, modificarla nell’app e condividerla in pochi secondi. Questa facilità d’uso e il feedback immediato, sono una parte enorme del motivo per cui le foto delle  nostre esperienze quotidiane, sono così popolari sulle piattaforme del web.

Ironia della sorte, molti dei filtri e delle impostazioni di modifica in App come Instagram, emulano i tipi di pellicola più popolari nell’epoca dell’analogico. Quindi, HA ANCORA SENSO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA OGGI?, in un certo senso si potrebbe dire che la pellicola continua a vivere nel modo digitale, ricordandoci le nostre più profonde radici.

Se hai notato altri elementi di distinzione tra la fotografia analogica e quella digitale, lascia pure un tuo commento.

foto analogica in diapositiva

Al lago con reflex analogica anni 90′ – ph. Francesco Ciccotti

Questa foto l’ho scattata più di venti anni fa… durante una gita domenicale al Lago di Bracciano.

Uno scatto in analogico con un super tele obbiettivo Russo le cui lenti erano paragonabili a fondi di bottiglia…lo sviluppo della pellicola era stato da me affidato ad uno dei tanti laboratori fotografici mediocri e presuntuosi…Non esistevano filtri digitali nè possibilità di intervenire nella post produzione come si fa oggi; ma la qualità dell’inquadratura e della luce catturata, la rendono comunque una testimonianza di quanto e da quando io sia attratto irrimediabilmente da queste due discipline/attività: LA VELA e LA FOTOGRAFIA 

TUNISIA, UN’AVVENTURA A PORTATA DI MACCHINA…

TUNISIA, UN’AVVENTURA A PORTATA DI MACCHINA…

Un viaggio in Tunisia, si può considerare come uno dei più facili viaggi avventura da realizzare

Il viaggio avventura in Tunisia, si può considerare come uno dei più facili viaggi da riuscire a realizzare, non per semplicità di percorso, ma perchè, nonostante il Paese Nord Africano sia collocato dall’altra parte del Mediterraneo, è raggiungibile in un solo giorno di viaggio con la nave e con un paio d’ore in aereo.

La magia della luce, l’aria frizzantina, gli spazi infiniti, i paesaggi desertici, la cultura berbera e l’avventura off-road…sono le componenti che offre questo straordinario Paese.

Arrivati a Tunisi, si può scegliere di percorrere vari itinerari a seconda degli interessi e del mezzo di trasporto a disposizione.

Noi in questo articolo, prenderemo in considerazione l’utilizzo del fuoristrada 4×4, perchè ci consente di raggiungere il sud della Tunisia, passando sia da ovest, che da est.

Da Ovest, attraverso le Oasi di montagna, scendendo dalla antica pista Rommel, attraversando il lago salato ormai asciutto Chott El Jerid.

Vista del Chot el Jerid dall’inizio della pista Rommel, ancora praticabile dopo circa 80 anni dalla realizzazione – ph. Francesco Ciccotti

Da est, dove si può prevedere una prima sosta ad Hammamet, centro turistico più antico del paese con la sua Medina dal fascino senza tempo in cui primeggia l’imponente Forte ispano-turco.

Io personalmente, preferisco questo secondo percorso, perchè consente di raggiungere in minor tempo, il sud del Paese, dove potrà iniziare il vero reportage fotografico di un viaggio avventura tra cultura Berbera e raid nel deserto Sahariano.

Per questo tipo di esperienza, non bisogna necessariamente essere fotografi o aspiranti tali.

Conta il piacere di vivere e assaporare, con il giusto tempo, i luoghi, gli eventi e le culture nelle migliori condizioni di luce. Per questo è sufficiente anche uno smartphone, per riuscire a portare a casa egregi ricordi fotografici dell’avventura vissuta.

Poiché abbiamo scelto di scendere verso sud, passando ad est della Tunisia, dopo la prima notte in Hotel ad Hammamet, attraversiamo le regioni sahariane su strade asfaltate fino a Tataouine, passando per Matmata dove è sopravvissuta una vecchissima tradizione tunisina. Qui si  possono visitare gli l’habitat trogloditici, tra i più sorprendenti siti della Tunisia, dove il suolo è squarciato da innumerevoli crateri scavati nella roccia tenera. Questi sono in realtà i cortili interni di abitazioni troglodite: gli abitanti vivono in delle camere sotterranee, al riparo dal forte calore.

Costruzione troglodita

Esterno di costruzione troglodita a Matmata – ph. Francesco Ciccotti

Matmata

Interno di costruzione troglodita a Matmata – ph. Francesco Ciccotti

Tataouine e Chenini, nel cuore di un paesaggio arido e montagnoso, di altipiani e ripide vette, vi sorgono le sorprendenti architetture dei Ksour. Situati nel mezzo del nulla, simili a grandi alveari di color roccia, questi ‘’castelli del deserto’’ (‘’Ksour’’), erano un tempo punti di raduno dei semi-nomadi della regione, nei quali venivano stoccati i raccolti, al sicuro da saccheggiatori, in alveoli sovrapposti chiamati “ghorfas”.

A Chinini, si può approfittare per vivere l’esperienza di trascorrere la notte in una di queste case troglodite.

Il giorno seguente, poi, si può raggiungere il deserto e viverlo come lo si sogna; con un’esperienza di pienezza ed immensità, di silenzio e di mitezza mista a momenti di pura adrenalina cavalcando una duna dopo l’altra con il fuoristrada.

L’avventura sulle dune può partire dall’Oasi di Ksar Ghilane eattraversando una tra le zone più affascinati del deserto tunisino. Si giunge al laghetto di Ain Ouadette, dove si può anche fare un bagno ristoratore nell’acqua calda. Questo, come la pozza di Ksar Ghilane, è un bacino originato dal tentativo di trivellare il suolo alla ricerca del petrolio, che però ha disatteso le aspettative delle compagnie petrolifere e ha generato quello che si potrebbe definire “Buco nell’acqua” per giunta, calda.

Facciamo il pieno di dune scolpite dal vento, talvolta dolcemente ondulate, talvolta sollevate in onde impetuose, che all’alba e al tramonto, si colorano di giallo, di rosa e persino di rosso-spettacolo mozzafiato che premia le notti passate al bivacco.

Fuoristrada deserto tunisino

Fuoristrada 4×4 intento a valicare le dune del deserto tunisino – ph. Francesco Ciccotti

Si può puntare poi verso Tiembaine e il  Parc du Jebil fino ad arrivare alla tipica cittadina di Douz, considerata “La Porta del Deserto”, che noi passeremo in uscita, là dove un tempo non molto lontano, si dava inizio alla famosa sfida della “PARIGI-DAKAR”…qui, dopo aver salutato il deserto, si possono fare dei giri in questa cittadina frequentata da viandanti di vario genere che hanno a che fare con il deserto stesso…carovane di mercanti che trasportano merci con i dromedari attraverso il Sahara; mercanti di bestiame, per lo più capre, pecore, polli e dromedari stessi; e i più svariati e pittoreschi automezzi off-road che vanno e vengono per le dune.

Ragazzo berbero con il suo prezioso dromedario a Ksar Ghilane – ph. Francesco Ciccotti

Se abbiamo soltanto una settimana a disposizione, più un paio di giorni di trasferimento dà e per l’Italia, si può completare il viaggio dirigendoci verso nord e facendo sosta a Kairouan. Qui ci inoltreremo nella medina percorrendo le stradine costeggiate da facciate bianche e da porte celeste chiaro, fra le esposizioni dei piccoli venditori dei souk.

Avvertiremo un’atmosfera fuori dal tempo, in questa affascinante città ancorata ad un passato lontano.

Città santa dell’islam, Patrimonio mondiale dell’Unesco, possiede tante meraviglie: dalla medina, alla venerabile Grande moschea, dai Bacini aghlabidi, all’incantevole mausoleo di Sidi Saheb decorato con ceramica, ai numerosi laboratori dove si fabbricano i tappeti annodati più famosi della Tunisia, al pozzo Bir Barrouta, un pozzo considerato quasi un edificio religioso…antico quanto la città stessa, dove la sua acqua sacrai sollevata ancora oggi da un complesso e pittoresco meccanismo, azionato da una grande ruota, la noria, fatta girare in senso antiorario da un dromedario semi bendato.

Infine, se tornando a Tunisi ci rimane un pò di tempo prima di reimbarcarci per tornare a casa, si possono fare due interessanti visite…la prima, non per ordine di importanza ma solo per ordine didascalico, è alla Medina, il cuore storico della città, segnato dall’antica porta Bab el-Bahar, chiamata anche Porte de France, che determina il confine tra la città vecchia e quella nuova. Qui ci si trova immersi in un labirinto di vicoli stretti e pittoreschi, nel quale sorgono i vari suoi, i minareti, antiche inferriate, porte in stile Arabo colorate, hammam, sale da thè, botteghe, luoghi di culto   e scuole coraniche, le Mederse. 

La seconda tappa, si può fare nella zona di Sidi Bou Said, un incantevole borgo in stile Arabo Andaluso, che si erige su una collina sul mare. Con le sue stradine piene di scorci, tra case bianche con porte e finestre azzurre, è perfetta da fotografare. In uno dei tanti Caffè panoramici, poi, si può consumare l’ultimo the prima di ripartire, o ancora meglio un the ai pinoli o mandorle e gustare un bambalouni, dolce fritto tipo ciambella che viene servito caldo…che contribuirà a portarvi dietro un gustosissimo ricordo di questo meraviglioso Paese.

Fuoristrada a bordo del laghetto Ain Ouadette – ph. Francesco Ciccotti

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